Gravidanza, lo stress riduce le probabilità rimanere incinta
26 Settembre 2022 - di Claudia Montanari
Secondo uno studio, alti livelli di stress impattano sulla possibilità di una gravidanza, che si riduce fino al -59%. Cerchiamo di capirne di più analizzando lo studio.
L’impatto che lo stress provoca sull’organismo di una donna riduce anche in maniera significativa le sue probabilità di rimanere incinta. È quanto emerge da uno studio della Southeast University in Jiangsu (Cina), pubblicato su Acta Obstetricia et Gynecologica Scandinavica.
Lo studio ha basato le sue valutazioni sulla misurazione del “carico allostatico”, ovvero il ‘peso’ sull’organismo degli sforzi compiuti per adattarsi e far fronte alle diverse circostanze della vita.
Lo studio nel dettaglio
Il team di ricercatori ha preso in esame 444 donne che stavano cercando una gravidanza. Sulla base di 9 indicatori di stress (come pressione sanguigna, zucchero nel sangue, cortisolo, noradrenalina e colesterolo), il team ha suddiviso le donne in 4 gruppi, da quello A, con “carico allostatico” minimo, a quello D, con il “carico allostatico” maggiore.
Nei 12 mesi di osservazione, i tassi di gravidanza per i quattro gruppi (A-B—C—D) erano stati rispettivamente del 55,4%, 44,5%, 50,9% e 26,9%. Dopo aver escluso l’impatto di altri fattori, il gruppo D, quello con il maggiore “carico allostatico”, ha mostrato una riduzione del 59% delle probabilità di avere una gravidanza rispetto al gruppo con il minore “carico allostatico”.
Come affrontare una gravidanza senza stress, alcuni consigli
Acido folico. L’integrazione con acido folico è sempre raccomandata per le donne che programmano una gravidanza. Questa si aggiunge ad una alimentazione equilibrata, ricca di verdura (in particolare spinaci, indivia, carciofi, bieta, cavoli e broccoli), frutta (soprattutto agrumi). Oltre a tutto questo il consiglio è di assumere regolarmente acido folico per ridurre il rischio di difetti congeniti nel bambino. L’assunzione deve cominciare almeno un mese prima del concepimento e continuare per tutto il primo trimestre.
Diagnosi prenatale. Villocentesi amniocentesi e altri esami di diagnosi o screening prenatale sono consigliati (ma non obbligatori) quando la madre ha superato i 35 anni. Ma la decisione spetta alla coppia, che deve essere messa al corrente dei rischi e della sensibilità dei differenti tipi di tecniche.
Ecografie. Nelle gravidanze considerate a basso rischio è prevista una ecografia ogni trimestre. Complessivamente, quindi, ne bastano tre.
Sport. Durante una gravidanza senza complicanze, fare sport è consigliato. Un’attività fisica di moderata intensità aiuta a non aumentare di peso e a mantenere la postura corretta. Da evitare, però, gli sport da contatto, quelli che prevedono uno sforzo anaerobico e le immersioni.
Induzione del parto. L’induzione del parto nelle settimane che precedono il termine naturale della gravidanza è indicata quando continuare la gravidanza comporta un rischio per la salute della madre o del feto, o se l’età materna è avanzata. Ma bisogna valutare caso per caso.
Episiotomia. Sconsigliata. È dimostrato che l’episiotomia (il taglio di vagina e del perineo) non riduce le lacerazioni maggiori durante il parto, quindi questa pratica va assolutamente abbandonata, dice Scambia.
Anestesia epidurale. E’ un diritto delle donne, che ne possono fare richiesta. Spesso, però, durante il travaglio viene detto che è “troppo tardi” perché la dilatazione è avanzata e non viene eseguita. In realtà, non esiste un tempo limite sulla base della dilatazione. Se il livello della testa del feto rispetto al bacino lo consente, si può ricorrere all’epidurale anche quando la dilatazione è molto avanzata. La donna deve però essere informata del fatto che, a parità di rischi per questa procedura, l’efficacia potrebbe essere inferiore.