Questi sono gli incubi più diffusi tra gli italiani: sintomo di stress o possibile rimedio?
6 Ottobre 2022 - di Claudia Montanari
Incubi notturni: più di 9 italiani su 10 ricordano i brutti sogni al risveglio e questo causa ansia, stress e cattivo umore durante la giornata. Precipitare nel vuoto, litigare con un proprio caro ed essere inseguiti sono le immagini più ricorrenti, ma a spaventare di più è il sognare di essere feriti o uccisi. Secondo l’80% degli italiani gli incubi sono un sintomo di stress, ma in realtà possono funzionare da ‘terapia notturna’ per placare ansia e preoccupazione. Cerchiamo di capirne di più.
Durante il sonno, il cervello ripete le azioni eseguite e apprese nel corso della giornata, tanto che si ripresentano vivide le immagini più ricorrenti. I sogni sono echi della vita cosciente che risuonano durante la notte. Ma perché delle volte assumono i connotati tanto coinvolgenti quanto confusi di incubi veri e propri? Rivelano forse dei segreti nascosti della psiche umana? Sono un sintomo di forte stress o possono essere, addirittura, una sua possibile cura?
Per far luce sull’argomento, Emma – The Sleep Company – tra le aziende a più rapida crescita in Europa nella produzione di sistemi per il sonno – ha realizzato una indagine per studiare i brutti sogni che di notte tengono svegli più del 94% degli italiani. E, per analizzare le evidenze emerse, ha coinvolto una delle sue specialiste, Theresa Schnorbach, psicologa ed esperta del sonno.
Gli incubi più ricorrenti che causano stress e malumori
Cadere nel vuoto (40%), litigare con un proprio caro (38,9%) ed essere inseguiti (33,7%) sono gli incubi degli italiani che causano ansia (35,8%) e cattivo umore (32,6%) anche da svegli.
Da sempre si cerca di definire i sogni, classificarli, comprenderli e sfruttarne il potenziale. Nell’Antico Egitto si credeva che le persone che facevano sogni vividi e facili da ricordare fossero individui speciali, vicini agli Dei e agli indovini. Mentre gli antichi greci pensavano che il futuro fosse rivelato durante la notte, proprio attraverso l’attività onirica.
Oggi la scienza spiega che queste immagini notturne sono un’attività mentale di natura involontaria e non intenzionale, ma spesso caratterizzate da reazioni emotive che possono influenzare lo stato d’animo del dormiente anche una volta sveglio.
Perché ricordiamo i sogni (e gli incubi)
Come mostra la ricerca di Emma – The Sleep Company, ricordare i sogni e, soprattutto, gli incubi è un fenomeno diffuso, tanto che più del 90% degli italiani al mattino ha ben impresse le avventure affrontate durante il sonno. La capacità di mantenere vivo il ricordo è connessa sia ad alcune caratteristiche soggettive – come una più marcata tendenza alla creatività e all’avventura, ma anche una maggiore inclinazione all’ansia – sia a una specifica attività neuronale.
Come spiega l’esperta Theresa Schnorbach “l’oscillazione di determinate onde cerebrali influenza la facilità con cui si richiama un sogno alla memoria. Se nei minuti che precedono il risveglio in fase REM si registra un incremento di onde lente, allora saranno più elevate probabilità che il soggetto fornisca un resoconto del proprio sogno, in quanto viene favorito l’apprendimento. Allo stesso modo, se poco prima di destarsi durante la fase non-REM incrementa l’azione delle onde più rapide, il risveglio sarà molto probabilmente accompagnato da vividi ricordi di quanto sognato, poiché si stimola la concentrazione”.
Rievocare quanto vissuto durante l’attività onirica, però, non è sempre un’esperienza piacevole.
Cadere nel vuoto (40%), litigare con una persona cara (38,9%) ed essere inseguiti (33,7%)sono le immagini che più di frequente agitano le notti degli italiani e impattano negativamente sulla quotidianità di più della metà degli intervistati (52,6%).
Nello specifico, il giorno successivo a un brutto sogno, il 35,8% degli italiani esprime sensazioni di ansia o agitazione e una percentuale simile (32,6%) riferisce un peggioramento dell’umore, che può sfociare persino nel mancato controllo delle proprie emozioni (15,8%).
Brutti sogni, come evitare gli effetti negativi
Ma è possibile evitare gli effetti negativi derivanti da una notte da incubo? La specialista di Emma – The Sleep Company suggerisce di “stimolare il sistema nervoso parasimpatico con meditazione o con esercizi di respirazione. In questo modo si inibiscono le reazioni di attacco o fuga, si può indurre un sonno più profondo e alleviare possibili disturbi della fase REM. È proprio questa fase di sonno profondo in cui si verificano i sogni più terrificanti. Pertanto, favorire la qualità del riposo permette di migliorare le esperienze oniriche e risvegliarsi con il piede giusto”.
Incubi e stress: quando “dormirci su” può essere la soluzione
Secondo le evidenze emerse dall’indagine, tra i rispondenti c’è una certezza: per 8 italiani su 10 la causa degli incubi notturni è da rintracciare nello stress, seguita da preoccupazioni legate alla sfera lavorativa (25%). Ma è davvero così?
“Sognare permette di elaborare le emozioni provate durante il giorno e contribuisce al consolidamento dei ricordi, attenuando la loro carica emotiva” afferma la psicologa Schnorbach.
L’attività onirica funge quindi da meccanismo di risoluzione dei problemi e gli incubi possono alleviare alcune ansie diurne, aiutando le persone a gestire meglio lo stress.
“Alcuni studi hanno dimostrato che durante il sonno REM si verifica un rallentamento dell’attività cerebrale nell’amigdala, l’area designata all’elaborazione delle emozioni, permettendo alla più razionale corteccia prefrontale di attenuare l’impatto emotivo delle immagini e dei ricordi dolorosi. Anche gli incubi possono essere quindi una buona terapia notturna di regolazione dell’umore” conclude l’esperta.