Questi sono i cibi che causano infiammazione e riducono l’energia
27 Dicembre 2022 - di Claudia Montanari
I cibi che causano infiammazione e incidono sulla salute del nostro cervello. Patatine fritte, crocchette, pizza… sono alcuni dei cibi che ci vengono in mente quando pensiamo ad un aperitivo tra amici. E consumarli di tanto in tanto è assolutamente innocuo. Ma abbondare di questi cibi non dovrebbe essere la routine di ogni venerdì o il giorno in cui scegliamo di fare aperitivi con gli amici. Tantomeno consumarli più volte alla settimana poiché, secondo i nutrizionisti, oltre a contenere grassi non sani (e le relative conseguenze per la nostra salute) sono anche infiammatori e possono incidere sulla salute del nostro cervello.
Così avverte la dottoressa Uma Naidoo, dell’Università di Harvard, specialista in psichiatria nutrizionale. E la dottoressa ci mette in guardia su cinque gruppi di alimenti che potrebbero essere responsabili della tua sensazione di ansia e stanchezza.
Connessione intestino-cervello
Alcuni alimenti presenti nella dieta sono fondamentali per la salute del corpo, ma anche per la salute mentale. Secondo gli esperti di Pfizer Consumer Healthcare, “i nutrienti nella dieta influenzano l’umore e i livelli di stress, sia a breve che a lungo termine. Ciò è particolarmente rilevante, dal momento che in Italia circa tre milioni di persone soffrono di ansia, un disturbo più diffuso tra le donne che tra gli uomini”.
Come aggiunge l’esperto in psichiatria nutrizionale, l’intestino e il cervello sono in costante collegamento. E quando c’è un’infiammazione nell’intestino, c’è meno energia disponibile, sia per il corpo che per il nostro cervello. Per questo l’esperto insiste su quei cibi infiammatori che dovremmo fortemente limitare nella nostra dieta.
Cibi ultra processati
Questo tipo di alimento, che può essere identificato quando vediamo in etichetta un elenco di più di cinque ingredienti, contiene un eccesso di zuccheri raffinati, dolcificanti e additivi ad alto contenuto di fruttosio, come lo sciroppo di mais, che finisce per alterare il microbiota e a inondare il cervello di glucosio. Questo, a lungo andare, può aumentare la sensazione di affaticamento e potrebbe addirittura aumentare il rischio di depressione.
Oli di semi raffinati
L’industria alimentare ha ampliato la gamma di prodotti che possiamo consumare e ha allungato la vita del cibo. Tuttavia, in alcuni casi l’offerta di prodotti non è salutare. È il caso, ad esempio, degli oli altamente lavorati creati da sottoprodotti di colture estensive. Stiamo parlando di oli come girasole, mais, uva, soia o palma. Durante il processo di lavorazione, la quantità di omega 6 “infiammatori” aumenta e l’omega 3 antinfiammatorio scompare. Studi medici hanno visto che le persone che consumano grandi quantità di omega 6 hanno un rischio maggiore di depressione. Per evitare questo, dovresti optare per un altro tipo di olio, come l’olio extra vergine di oliva, o consumare altri grassi sani come frutta secca o avocado.
Cibi fritti
Allo stesso modo anche i cibi fritti dovremmo limitare nella nostra dieta quotidiana, e optare per alternative più sane. Secondo uno studio giapponese condotto sugli operai, potrebbe esserci una relazione tra il consumo di cibi fritti e una maggiore predisposizione a soffrire di depressione e avere meno resilienza. Secondo l’esperta di nutrizione Uma Naidoo, i responsabili di questa relazione potrebbero essere i grassi non sani.
Dolcificanti artificiali
Nonostante i dolcificanti siano consigliati nelle diete per dimagrire, forse dovremmo scegliere di abituare il nostro palato al gusto dei cibi senza zucchero o altri dolcificanti. Come avverte l’esperto di nutrizione dell’Università di Harvard, la scienza sta collegando il consumo di questi prodotti con un aumento del rischio di depressione. In effetti, ci sono studi che hanno messo in guardia sui possibili effetti tossici dei dolcificanti artificiali sul cervello.