Ormai da qualche anno il tè matcha è entrato a far parte della nostra cultura alimentare. Bisogna subito fare una distinzione tra ciò che è vero matcha e ciò che sono i suoi derivati.
Per intenderci: se pensi di giovare dei benefici del tè mangiando un dolce al matcha, sappi che le cose non stanno esattamente così.
Come capire se hai comprato un tè di qualità? In questo caso il prezzo fa la differenza. Un matcha di qualità costa sui 45-50 euro a bustina (o scatola). Se lo hai acquistato a 10 euro, brutte notizie: probabilmente non si tratta di una polvere all’altezza delle tue aspettative.
Quando consumiamo questa bevanda, ingeriamo le foglie vere, che sono state finemente polverizzate e trasformate in una soluzione.
Rispettando la tradizione mescoliamo la punta di un cucchiaino di polvere con una terza tazza di acqua calda (riscaldata senza che sia bollente) e poi usiamo una spazzola di bambù specifica per ottenere la tipica schiumetta verde (on line ci sono molti tutorial).
La bevanda contiene 3 volte più caffeina del tè normale, quindi è preferibile berla al mattino. Chi lo consuma assicura che porti a una sorta di “calma vigile”, grazie a una sostanza naturale che contiene chiamata l-teanina, che induce il rilassamento senza sonnolenza.
Le foglie contengono 137 volte il contenuto di antiossidanti del normale tè verde, polifenoli e diversi aminoacidi, come la già citata l-theanina, che riduce lo stress fisico e psicologico e l’acido glutamico che agisce sul sistema nervoso centrale.
Il sito Health, mette in guardia però dalle possibili contaminazioni del piombo, che viene assorbito dalla pianta dall’ambiente:
“Quando il tè verde tradizionale viene messo in infusione – si legge sul sito – circa il 90% del piombo rimane nella foglia, che viene scartata”.
“Con il matcha, poiché si consuma tutta la foglia, ingerirai più piombo. Un team indipendente, ConsumerLab.com, che ha testato i tè, stima che una tazza di matcha possa contenere fino a 30 volte più piombo di una tazza di tè verde”.
“Pertanto -sottolinea il sito – raccomandano di bere non più di una tazza al giorno e di non servirla ai bambini”.
Foto di Mirko Stödter da Pixabay.
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