Crisi, 2 italiani su 3 tagliano gli sprechi: -25% di cibo buttato
3 Giugno 2013 - di aavico
Roma – Due italiani su tre (65%) hanno ridotto o annullato lo spreco di cibo per effetto della crisi facendo più attenzione agli acquisti nel negozio ed in cucina dove vengono controllate con maggiore scrupolo le scadenze e più frequentemente si portano in tavola i piatti del giorno dopo. E’ quanto emerge da una analisi realizzata da Coldiretti/Swg e presentata in occasione di “Eating City, pranzo contro gli sprechi” gratuito per 3mila persone con gli scarti derivanti dal commercio alimentare realizzato a Torino insieme al mercato degli agricoltori di Campagna Amica.
Tra gli italiani che hanno ridotto lo spreco, il 59% lo ha fatto – sottolinea la Coldiretti – utilizzando quello che avanza per il pasto successivo, il 40% riducendo le dosi acquistate e il 38% guardando con più attenzione alla data di scadenza ma aumentano anche quanti vanno ad acquistare direttamente dal produttore nelle botteghe o nei mercati di campagna amica che garantiscono un miglior rapporto prezzo qualità ma anche una maggiore freschezza negli acquisti di frutta e verdura che dura anche una settimana in più, non dovendo subire lunghi tempi di trasporto.
In Italia – precisa la Coldiretti – a causa degli sprechi dal campo alla tavola viene perso cibo per oltre dieci milioni di tonnellate e si stima che finisca nel bidone della spazzatura circa il 25% di quello acquistato dalle famiglie. Oltre ad una perdita di risorse si tratta che di un comportamento che contribuisce notevolmente ad aggravare il problema dei rifiuti prodotti in Italia che sono pari in media a 541 chili a persona all’anno per un totale di 32,5 milioni di tonnellate, dei quali ben quasi un terzo sono di natura organica.
Il problema è però globale con circa un terzo del cibo prodotto a livello mondiale per il consumo umano viene buttato o perso, cosi come le risorse utilizzate per produrlo. Le perdite e gli sprechi di cibo ammontano a quasi 680 miliardi di dollari nei paesi industrializzati e a circa 310 miliardi di dollari nei Paesi in via di sviluppo, secondo la Fao. Nei Paesi industrializzati gli sprechi avvengono nelle fasi della vendita e del consumo con un valore medio pro capite per un consumatore europeo o del Nord America che si attesta tra i 95 e i 115 kg l’anno mentre i consumatori nell’Africa Sub-Sahariana e nel Sud Est Asiatico sprecano annualmente fra i 6 e gli 11 kg di cibo pro capite.