Alessandro Gassmann, ecco la moglie Sabrina GUARDA LE FOTO
16 Gennaio 2017 - di Silvia_Di_Pasquale
Alessandro Gassmann è il protagonista della serie di Rai 1 “I bastardi di Pizzofalcone”, nuova fiction tratta dall’omonimo bestseller di Maurizio de Giovanni. Bello, affascinante, talentuoso come il padre, il grande Vittorio Gassman, 51 anni, è nato il 24 febbraio 1965 a Roma. Sua madre è l’attrice francese Juliette Mayniel, vincitrice nel 1960 di un Orso d’argento per la migliore attrice al festival di Berlino per l’interpretazione nel film Storia di un disertore. Juliette e Vittorio si lasciarono quando Alessandro aveva 3 anni. Nel 2011 Alessandro Gassmann ha scelto di aggiungere una seconda “n” al proprio cognome, ripristinando così la versione originaria del cognome di famiglia.
Per quel che riguarda la vita privata dell’attore, Alessandro Gassmann è sposato con Sabrina Knaflitz, anche lei attrice. I due sono convolati a nozzr nel 1998. Sabrina è nata a Roma come il marito. Suo padre è piemontese di origine austriaca. Knaflitz ha recitato in vari film e serie TV a partire dalla fine degli anni ottanta: il suo esordio fu nel 1988 con I picari di Mario Monicelli, cui seguì nel 1990 Il ritorno del grande amico di Giorgio Molteni. È anche attrice teatrale. La coppia ha un figlio, Leonardo, nato nel 1998. Conoscere ulteriori informazioni rispetto al matrimonio dei due attori è piuttosto difficile, considerando che da questo punto di vista sono assai riservati.
Alessandro Gassmann è molto attivo sui social network, dove fa sentire la sua voce, anche per questioni politiche. Nel corso di un’intervista con Vanity Fair ha spiegato:
“Sui social c’è tutto il meglio e peggio della nostra società: il meglio è quello che cerca di mettere la faccia e dare voce a chi non ce l’ha. Ma dietro ci sono anche coloro che attaccano con violenza inaudita, nascondendosi. E sono dei vigliacchi”.
Del nostro Paese ha detto: “Da noi non c’è coesione nazionale. Come dico sempre, l’Italia è un Paese dove non c’è mai stata rivoluzione ed è una mancanza grave. E parlo di rivoluzioni pacifiche, che non portano necessariamente alla violenza. Gli Italiani invece hanno sopportato sempre tutto: dalla mafia ai soprusi alla corruzione, che oggi è diffusa oltre ogni immaginazione (…)”.