LONDRA – La seconda inchiesta sul decesso di Amy Winehouse conferma che la cantante è morta per intossicazione accidentale da alcool. La seconda indagine si è resa necessaria quando è emerso che le autorità che avevano condotto quella precedente non avevano le qualifiche richieste per eseguirla. La 27enne venne trovata morta nella sua casa di Londra nel luglio 2011 e già la prima inchiesta attribuì la causa a una intossicazione da alcool. Il medico legale che condusse la prima autopsia si dimise dopo che le sue credenziali vennero messe in dubbio.
Nel rapporto finale stilato dal medico legale che ha eseguito la seconda autopsia, Shirley Radcliffe, si legge che Winehouse “è morta a causa di un’intossicazione da alcool” e che il decesso è stato accidentale e non sospetto. La cantante, si legge ancora nel rapporto, “ha consumato l’alcool volontariamente, un atto deliberato che ha preso una piega inaspettata e portato la paziente alla morte”. Il livello di alcool nel sangue della cantante, ha stabilito la dottoressa Radcliffe, era cinque volte superiore al limite legale per la guida, quantità che, come è avvenuto, può rivelarsi fatale. Tanto alcool nel corpo può infatti influire sul sistema nervoso centrale al punto che il paziente può “addormentarsi e non svegliarsi più”, ha spiegato Radcliffe. (Foto Lapresse).
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