Aurora Ramazzotti: “Senza mio cognome non avrei avuto chance”
12 Novembre 2015 - di luiss_edalto
ROMA – Lo sa, Aurora Ramazzotti, che senza quel cognome nessuno le avrebbe dato un ruolo a X Factor a soli 18 anni. Lo sa quanto è difficile crescere se la gente ti dice che sei brutta, cicciona, con gli occhi da cinese. E soprattutto, se tua madre è di una bellezza sfolgorante. Lo dice lei stessa in una intervista a Vanity Fair:
“Le critiche? Sinceramente mi aspettavo ben di peggio. Sono una privilegiata. So benissimo di avere avuto una possibilità che, senza il mio cognome, non mi sarebbe arrivata, o comunque non con questa facilità…” ammette.
“Credo davvero nelle mie capacità, ma sicuramente là fuori c’è qualcuno molto più bravo di me che questa possibilità non l’ha avuta perché è figlio di gente comune… È da quando sono piccola che vedo mia madre in Tv e mio padre sul palco, e sogno di essere come loro” continua la Ramazzotti.
“Non sono bionda, non ho gli occhi azzurri, non sono magra, alta, bella. Oggi mi dicono: “Hai una bellezza particolare, che splendidi occhi a mandorla”. Ma, quando ero piccola, la “bellezza particolare” non se la cagava nessuno. Mi dicevano: “Cinese”, “Cicciona”. Per non parlare dell’adolescenza, quel periodo orrendo dagli 11 ai 15, quando ti sviluppi, escono i brufoli, la ciccetta. Mi sono trovata bersaglio di cattiverie atroci. (…) Se in più, come è successo a me, vai su Internet e trovi le foto in costume di te e tua mamma con un titolo che suona tipo “Michelle 34 anni, Aurora 14, è più figa la madre della figlia”, ti senti piuttosto male”.
“A nulla serviva che mia madre mi facesse mille complimenti: la sicurezza doveva venire da dentro di me… Mi rendo conto di essere stata, per lei, una figlia particolarmente difficile da crescere”.