Calendario Pirelli 2006 FOTO Leibovitz con Serena Williams, Amy Shumer…
1 Dicembre 2015 - di lbriotti
LONDRA – Sono salite sul palco sorridenti ma con un passo un po’ incerto, con la timidezza di chi non è abituata a stare sotto i riflettori ma si trova di punto in bianco davanti a un centinaio di fotografi schierati e a una platea gremita di persone. Sì, perché, Agnes Gund, Tavi Gevinson e Yao Chen, tra le protagoniste del Calendario Pirelli 2016 che hanno preso parte alla conferenza stampa di presentazione, non sono top model o attrici affermate, ma donne, di età e provenienza molto diverse tra loro, che nella loro vita si sono distinte per qualcosa che hanno fatto, non per la loro sensualità e avvenenza.
Perché lo spirito di The Cal 2016, frutto del genio della fotografa statunitense Annie Leibovitz, è proprio questo: dar voce alle donne grazie al loro lavoro, al loro entusiamo, al loro impegno in prima persona. Per questa ragione, come nuove protagoniste dei dodici scatti, ci sono la russa Natalia Vodianova, unica top presente ma solo per motivi etici: è la fondatrice di Naked Heart Russia, un’importante organizzazione filantropica che aiuta i bambini; Yao Chen, prima ambasciatrice cinese dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati; Kathleen Kennedy, presidentessa di LucasFilm e tra le figure più rilevanti di Hollywood; la collezionista d’arte, mecenate e presidentessa emerita del MoMa Agnes Gund, ritratta per il mese di marzo con la sua nipotina Sadie Rain Hope-Gund; il numero uno del tennis femminile Serena Williams; l’opinionista e scrittrice Fran Lebowitz, la presidente di Ariel Investments Mellody Hobson, da sempre impegnata in progetti filantropici; la regista Ava DuVernay, nota per aver diretto il film indipendente ‘Selma-La strada per la liberà’, la giovanissima Tavi Gevinson, blogger e fondatrice di ‘Style Rookie’, l’artista iraniana Shirin Neshat; la perfomer Yoko Ono, la cantante Patti Smith e l’attrice e comica Amy Shumer che appare negli scatti pubblicati dal Daily Mail con una sensuale pancetta.
Sono donne di età, vissuti e percorsi professionali completamenti diversi: si parte dalla giovanissima Gevinson, che ha solo 19 anni, alla più agée Yoko Ono, che he ha 82, dal mondo più moderno e tecnologico dei blog a quello dello sport, rappresentato dalla Williams, a quello dell’arte, oppure quello della beneficenza e della filantropia. I corpi di queste protagoniste sono normali, non rappresentano gli standard perfetti delle top model, com’era stato finora. Le dee inarrivabili hanno lasciato spazio a donne vere, pensanti, volitive.
Ognuna di loro per The Cal ha voluto e potuto essere se stessa, come ha spiegato la stessa Leibovitz: “Volevamo mostrare queste donne esattamente com’erano, senza cambiarle: nessuna doveva dare l’impressione di essere in posa, di aver provato. Io ho scelto solo donne che ammiro – ha raccontato la fotografa – abbiamo solo ripulito un po’ le immagini, ma sono esattamente quelle che abbiamo scattatto”.
La Pirelli, complice di una precedente collaborazione per il calendario nel 2000, ha lasciato campo completamente libero alla fotografa statunitense: “E’ stupendo aver ricevuto la piena libertà di fare questo lavoro – ha continuato la Leibovitz – io, poi, non ho fatto entrare proprio nessuno della Pirelli nello studio fotografico”, ha detto facendo ridere tutta la platea. Ma la Pirelli, qui rappresentata dal CEO dell’azienda Marco Tronchetti Provera, è molto soddisfatta del risultato di questo The Cal 2016. “Quello che noi vogliamo è che ogni artista esprima al meglio le sue doti e che lo faccia valorizzando le persone – ha dichiarato il manager – Questa edizione esprime la bellezza e la qualità di donne di grandissimo successo. I nostri calendari sono molti diversi, ne abbiamo fatti alcuni con anche uomini, altri dove c’erano i luoghi in primo piano, come in Africa e in Brasile. Ogni anno c’è un focus diverso: quest’anno era sulla bellezza del successo femminile, abbiamo dato un riconoscimento sul ruolo della donna che deve assolutamente continuare a crescere. Per noi razza, luogo d’origine e colore della pelle, ovvero la cosiddetta diversità, sono parte della vita quotidiana. Attraverso il calendario noi cerchiamo di dare quello che in quel momento è la nostra visione della società”. Una società impegnata, entusiasta, vivace e accogliente verso tutti. Quello di cui, più di tutto il resto, avremmo bisogno in questo momento.