Carmen Consoli: “Mio figlio nato da un donatore sconosciuto”
26 Novembre 2015 - di luiss_edalto
ROMA – Carlo ha due anni e mezzo, è un bimbo allegro e circondato d’amore. Ma non ha un papà: Carmen Consoli racconta a Grazia la sua scelta di ricorrere alla fecondazione eterologa (il seme è donato da uno sconosciuto) per avere un figlio. E la sua scelta è ricaduta su un donatore anonimo ma disponibile a essere contattato in futuro.
“Non voglio che Carlo (che ha due anni e mezzo, ndr) – prosegue – passi la vita a cercare suo padre negli occhi di un uomo. E’ stato mio papà, scomparso nel 2009, a suggerirmi l’idea di avere un figlio da sola. Era anticonformista, libero, convinto della enorme superiorità delle donne”. Carmen desiderava tanto un figlio: “Credo di essere nata mamma, ma stavo diventando grande… poi ho visto Gianna Nannini e ho pensato ‘Allora si può fare’. Così ho deciso di andare all’estero per una fecondazione assistita. E’ stata una esperienza molto forte ma molto bella”.
Decidere di non dare un padre al figlio però è stata molto difficile: “Ci ho pensato a lungo, ho avuto un papà fantastico, ma poi ho capito che la cosa più importante era garantirgli un nucleo di amore. Il mio bambino cresce circondato da una famiglia. Ho scelto un donatore disponibile a essere contattato, se e quando Carlo vorrà conoscerlo”. Anche la Consoli è curiosa di conoscere l’uomo che l’ha resa madre: “Moltissimo, lo immagino come una specie di vichingo, grande e grosso, perché Carlo è così. Secondo me è buono e intelligente, certe cose le sento”.