Cina, caccia a Zhang Yimou: padre 7 volte, violato legge “figlio unico”
22 Novembre 2013 - di Claudia Montanari
PECHINO – È uno dei registi più famosi della Cina, ma adesso Zhang Yimou è sotto inchiesta e rischia una serie di multe per un totale di 160 milioni di yuan, 20 milioni di euro, spicciolo più spicciolo meno.
Uomo affabile, regista amatissimo. Vincitore, tra le altre cose, dell’ Orso d’oro a Berlino e grande artefice delle cerimonie di apertura e chiusura delle Olimpiadi di Pechino del 2008. In base a quanto riferiscono i siti di gossip, Zhang avrebbe totalizzato nella sua carriera una infinità di avventure, quattro compagne stabili e… 7 figli.
E non ci sarebbe nulla di male in tutto ciò, se non fosse che in Cina vige la rigorosissima “legge del figlio unico”. Si legge sul Corriere della Sera:
“La faccenda è passata nei dossier della Commissione per la pianificazione delle nascite di Pechino. Che ha aperto un’inchiesta. Perché nonostante il Partito comunista abbia appena annunciato al mondo un allentamento della «legge del figlio unico», sette figli restano ancora un tabù”
Come si legge sul Corriere della Sera, l’indagine è partita nel maggio scorso:
“Nella città di Wuxi dov’è nata l’attuale compagna del regista, Chen Ting, 31 anni. Ma le autorità locali in questi mesi non sono riuscite a rintracciare la coppia, in continuo movimento sui tappeti rossi dei festival internazionali del cinema. Dato l’alto profilo del regista, ha spiegato un funzionario, l’ufficio pianificazione familiare «ha dato alta priorità al caso». Sono state spedite più di dieci lettere al domicilio di Zhang, altre sono state mandate alle case di produzione del regista, senza risposta. Gli agenti sono andati anche a Pechino, dove Zhang dovrebbe essere da settembre, per le riprese della sua prossima opera, il dramma storico «Il Ritorno». Nessun risultato”
Insomma, Zhang risulta introvabile:
“La caccia a Zhang per fargli pagare la multa astronomica sembra la trama di una commedia alla cinese. Sulle ammende, però, che in termine burocratico qui si chiamano «tasse di mantenimento sociale», c’è poco da scherzare. Perché probabilmente Zhang Yimou potrebbe anche permettersi di pagarle, o tentare la via della conciliazione. Ma per migliaia e migliaia di cinesi comuni, colpevoli in 33 anni di imposizione del figlio unico di aver messo al mondo un secondo bambino, la multa ha spesso rappresentato un incubo. La legge non dice quanto si debba pagare esattamente e molti burocrati di piccoli e grandi centri della Cina hanno sfruttato la situazione come forma di autofinanziamento.
Senza contare poi alle atrocità commesse per nascondere eventuali nascite indesiderate, dalle sterilizzazioni agli aborti forzati:
“Molti genitori hanno nascosto i loro secondi figli, o hanno pagato tangenti per evitare punizioni più gravi. Ora la promessa di allentare la politica: le coppie di città in cui almeno uno dei genitori sia figlio unico, potranno permettersi un secondo. Si calcola che in questa condizione si trovino tra i 15 e i 20 milioni di coppie sposate. I sondaggi indicano che forse solo la metà abbia intenzione di dare un fratello o una sorella al primo nato. Quindi, si tratterà di un «mini baby boom»”