Cindy Crawford, figlia Kaia Gerber fa impazzire social FOTO
19 Agosto 2016 - di Silvia_Di_Pasquale
LOS ANGELES – Cindy Crawford, la figlia Kaia Gerber fa impazzire social. A soli 14 anni, mentre le sue amiche scelgono il college, quest’ultima è già una modella professionista. Su Instagram ha oltre 700mila follower pronti a riempirla con i loro “like” ad ogni foto postata. Kaia è nata dal matrimonio della madre con Rande Gerber, un proprietario di club e ha un fratello ,Presley Walker (nato nel 1999). Quanto alla bella Cindy Crawfor, nel corso di un’intervista con Vanity Fair, ha parlato dell’inizio della sua carriera e della maternità:
“Non ho mai avuto il tipico fisico da modella. Anche quando ho iniziato io, e le modelle potevano ancora portare una sana 42, tendevo a essere un po’ più procace della media. E devo ringraziare i fotografi con cui ho lavorato per avermi fatto sentire bella e sicura nel mio corpo. Da ragazzina ero magra. A scuola mi chiamavano Gambelunghe, e non per complimento: essere magra non era «in». Avrei voluto essere come quelle che in seconda media avevano il ciclo, le tette, i fianchi e gli sguardi dei ragazzi. Sono fiorita tardi (…).
De suoi figli Cindy Crawford ha detto:
“Non ho mai avuto dubbi sul fatto che avrei avuto figli. Forse perché l’amore di mia madre è stato, ed è, una delle certezze della mia vita. Ci ha avuti molto giovane, e senza leggere nessun manuale ha tenuto insieme noi quattro, la casa, il supermercato, le pulizie, i colloqui con gli insegnanti, gli incontri degli scout. Pensavo anch’io di avere figli molto giovane. Forse non al liceo – mamma scherzando diceva che il suo obiettivo era far arrivare noi tre ragazze al diploma senza prigione né pancione – però di certo appena avessi trovato il principe azzurro. Poi c’è stato qualche intoppo, ma quando Rande e io ci siamo sposati, ero pronta a diventare madre. Per un po’ non è successo niente. E siccome entrambe le mie sorelle erano rimaste incinte appena ci avevano provato, ho cominciato a pensare che, con i miei 32 anni, avevo aspettato troppo (…)”.