Jennifer Aniston: “Un’intera generazione di bambini trova Friends offensiva”
31 Marzo 2023 - di Silvia_Di_Pasquale
“Un’intera generazione di bambini ora trova Friends offensivo”, ha dichiarato Jennifer Aniston, l’attrice protagonista della sitcom di successo degli anni ’90. Parlando con Variety, la star americana ha affermato che lavorare nella commedia è diventato sempre più difficile, poiché ora i comici “non sono autorizzati” a “prendersi gioco della vita”. “Ora è un po’ complicato perché devi stare molto attento, il che è davvero difficile per i comici, perché la bellezza della commedia è che prendiamo in giro noi stessi, prendiamo in giro la vita”, ha detto Aniston.
Friends, la serie cult degli anni ’90
Friends è una delle serie tv più popolari della storia della tv americana. Parla della vita di sei giovani newyorkesi, tre uomini e tre donne, alle prese con le loro disavventure nella Grande Mela. E’ andata in onda su NBC tra il 1994 e il 2004. Ha avuto un successo planetario ma, secondo Jennifer Aniston, oggi la sensibilità dei giovani è cambiata:
“C’è un’intera generazione di persone, bambini, che ora tornano agli episodi di Friends e li trovano offensivi”, ha detto Jennifer Aniston. “C’erano cose che non erano mai state intenzionali e altre…Beh, avremmo dovuto pensarci su…Ma non credo che ci fosse una sensibilità come quella di adesso”.
Friends e le accuse di mancata diversità nel cast
In passato alcuni spettatori hanno criticato Friends per la mancanza di diversità. Tutti i personaggi principali sono bianchi e lo spettacolo raramente presentava persone di colore. Altri hanno notato battute ora considerate omofobe o transfobiche. Una co-creatrice dello spettacolo ha espresso il senso di colpa per la sua mancanza di diversità. “Ammettere e accettare la colpa non è facile”, ha detto Marta Kauffman al Los Angeles Times. “È doloroso guardarsi allo specchio. Sono imbarazzata dal fatto che non sapevo di meglio 25 anni fa”.
Kauffman ha dichiarato di aver donato 4 milioni di dollari per creare un programma di cattedre presso la Brandeis University, con l’obiettivo di “sostenere un illustre studioso con una concentrazione nello studio dei popoli e delle culture dell’Africa e della diaspora africana”. Fonte: The Guardian.