Johnny Depp è un violento o no? Perché io sto con Amber Heard
30 Maggio 2016 - di luiss_edalto
ROMA – Johnny Depp è un uomo violento? O un marito modello, sensibile e affidabile? O, ancora, un padre presente e amorevole? Le domande sono più che legittime visto che l’attore è al centro del gossip e della cronaca perché l’ormai ex moglie Amber Heard l’ha denunciato per violenza domestica, presentandosi in tribunale, tra l’altro, con un livido in faccia frutto dell’ultimo litigio. La giovane attrice, 31 anni, ha descritto Depp come un uomo violento e litigioso che negli anni della loro relazione non ha mai smesso di alzare le mani, minacciare, o aggredire verbalmente quando la partner manifestava un’opinione diversa dalla sua o lo metteva in discussione.
Uscite queste dichiarazioni, contenute in una denuncia resa pubblica, lui si è difeso e sono scese in campo anche le altre donne di Depp. Anzitutto la figlia Lily Rose, 17 anni, che ha postato su Instagram una foto che la ritrae a un anno mentre muove i primi passi proprio insieme al papà, aggiungendo un messaggio commosso in cui descrive il padre come il più dolce e sensibile degli uomini.
Poi c’è la voce della ex moglie Vanessa Paradis, che pur essendo stata mollata anni addietro per la giovane e avvenente Amber ha speso parole generose per l’ex compagno, anche lei ricordandolo come un uomo pacifico, che non ha mai usato metodi violenti “in 14 meravigliosi anni d’amore”.
E poi ci sono le parole e il livido di Amber. Naturale chiedersi: a chi credere? Nessuno conosce Depp come le donne già citate e in realtà, anche se può sembrare il contrario, nessuna dichiarazione è in contraddizione con l’altra. Perché ci sono persone, uomini e donne, che violente diventano con il tempo. Depp può essere stato per anni un uomo dolcissimo e solo a 50 essere diventato aggressivo, perché escluderlo a priori, colpevolizzando la Heard? Negli ultimi anni non sono mancate le occasioni in cui Depp si è presentato a red carpet e conferenze stampa decisamente su di giri e ubriaco, non potrebbe essere questa la spia di un malessere, sopraggiunto nel tempo?
Io sto con Amber e non solo perché ha un livido in faccia che da solo spiega tutto. Ma anche perché sapeva di esporsi a una gogna pubblica, amplificata dalla notorietà del protagonista. Perché sapeva che nei casi di violenza domestica spesso si finisce per colpevolizzare la vittima, scandagliare le sue abitudini, cercare di capire se e come ha “provocato” quegli sganassoni. Io sto con Amber perché a fronte di tutto questo con la sua denuncia pubblica ha voluto affermare che la dignità di una donna, di una persona, è un principio non negoziabile. E questo vale per tutte le donne, per tutte le persone vittime di violenza, del mondo.
di Elisa D’Alto