Keira Knightley pronta al copyright sul suo volto contro l’intelligenza artificiale
14 Settembre 2023 - di Silvia_Di_Pasquale
Keira Knightley sta pensando di mettere un copyright sul suo viso per evitare che l’intelligenza artificiale usi il suo volto senza autorizzazione. “Non so a che punto sia: so solo che è questa la trattativa. Ma immagino che il prossimo passo sarà quello di mettere sotto copyright la mia faccia” ha dichiarato Keira Knightley. “L’intelligenza artificiale ha il potenziale per essere catastrofica e spero che i governi intervengano e la regolamentino”. Desta preoccupazione il caso di Bruce Willis, colpito da demenza frontotemporale, ma fatto apparire dall’Intelligenza Artificiale in un pubblicità.
Nel 2027, secondo l’ultimo rapporto del World Economic Forum, con la diffusione dei sistemi di intelligenza artificiale verranno creati 69 milioni di nuovi posti di lavoro mentre 83 milioni saranno eliminati, con macchine e robot umanoidi che arriveranno a svolgere il 43% delle mansioni, contro il 34% delle attuali. La maggioranza degli italiani, il 54%, non è preparata sul tema dell’intelligenza artificiale. Una percentuale ancora più alta, il 59%, pensa inoltre che la politica e le leggi dello Stato dovrebbero intervenire il più possibile, anche vietandone l’uso se fosse il caso, o comunque regolamentando la maggior parte dei casi di utilizzo.
Questa la fotografia scattata da un sondaggio condotto da YouTrend per la Fondazione Pensiero Solido. Sul fronte occupazionale, secondo l’indagine, tra gli italiani prevale in generale la percezione che questa tecnologia porterà ad un calo complessivo dei posti di lavoro: la pensa così il 51% degli intervistati, mentre per il 10% l’occupazione aumenterà e per il 26% i posti di lavoro resteranno più o meno gli stessi anche se cambieranno le mansioni.
La maggioranza degli occupati (55%) non sarebbe inoltre disposta a farsi dare volentieri istruzioni dall’intelligenza artificiale sul lavoro (mentre il 37% sì), sebbene il controllo e la valutazione automatica siano comunque percepiti più come un vantaggio (47%) che come uno svantaggio (30%), e questa percezione di vantaggio aumenta soprattutto tra i giovani e i laureati. (Fonte Skytg24 e Ansa).