Meghan e Harry su Spotify, i cantanti britannici protestano
17 Dicembre 2020 - di Silvia_Di_Pasquale
Harry e Meghan pubblicheranno podcast su Spotify, ma l’accordo tra i duchi del Sussex e il gigante svedese non è andato giù a una parte di musicisti britannici.
Secondo quanto riportato dal Daily Mail, l’artista Sandie Shaw sta capitanando una protesta per il (presunto) redditizio accordo della società con l’ex attrice americana e suo marito.
Il tabloid britannico scrive che la maggior parte degli artisti riceverebbe solo 200 sterline all’anno dai servizi che trasmettono in streaming le loro canzoni.
Ma il professor Jonathan Shalit, presidente dell’agenzia di talenti InterTalent, ha stimato che l’accordo dei Sussex con il gigante della musica digitale valga 18 milioni di sterline in diversi anni.
La protesta dei cantanti britannici per l’accordo di Spotify con Meghan e Harry.
“Vorrei che gli artisti fossero nella stessa posizione indipendente per negoziare accordi di streaming direttamente anche per se stessi”, ha detto Shaw.
Il cantante Tom Gray ritiene che i Sussexes potrebbero non essere a conoscenza delle questioni etiche che circondano il loro accordo con Spotify.
“I giovani artisti su Spotify sarebbero fortunati a guadagnare abbastanza dallo streaming per pagare il conto del cibo, se così fosse”, ha detto Gray. Poi ancora:
“Questo è probabilmente qualcosa a cui Meghan e Harry non hanno pensato”.
“Mette in discussione l’etica delle piattaforme di streaming se continuano a comportarsi in questo modo, dove improvvisamente trovano decine di milioni”.
L’artista britannico jazz hip-hop Soweto Kinch ha detto:
“È una farsa che in un anno in cui la maggior parte dei musicisti e dei creatori vedono implodere i nostri mezzi di sussistenza, Spotify ha concluso un accordo così stonato”.
Senza dubbio il contributo dei duchi avrà un grosso seguito e questo potrebbe fare la differenza rispetto ad altre personalità meno conosciute a livello mondiale.
Inoltre non è noto quale sia il fine ultimo dei soldi guadagnati dalla coppia reale, sempre in prima linea quando si tratta di fare beneficenza.
Quel denaro potrebbe poi essere reinvestito in attività umanitarie o comunque benefiche.