“«Mi sono presa dodici mesi lontano dal set per fare cose normali. Sono molto concentrata su Ever. Voglio che conosca il valore del tempo, che conservi i ricordi. Per questo viaggiare e spostarsi come prima non è possibile», dice Jovovich. Che davvero, da quando, poco più che bambina, è stata scoperta dal fotografo Richard Avedon e dalla Disney, non si è fermata mai. «Mi capitava di arrivare in una città per lavoro, di trattenermi qualche ora e poi di andare subito via. Anche se ho viaggiato in tutto il mondo, in qualche modo è come se non l’avessi fatto»”
“«Da quando è nata mia figlia, voglio godermi ogni luogo lentamente e conoscere la vita vera. Perché nella realtà non soggiorni in un albergo di lusso. Non fai solo la strada tra l’aeroporto e il set. Ora, quando sono in viaggio, cerco di trattenermi un po’ di più nei luoghi. Non mi va di andare un attimo al festival di Cannes e poi di tornare subito a casa a Los Angeles. È uno spreco di tempo. Intendiamoci: finora non credo di aver buttato via il tempo, ho lavorato, e anche sodo. In questo momento, però, è tutto diverso». È per questo che l’attrice e modella di origini ucraine in primavera si è concessa la passerella della Croisette come semplice spettatrice. Poi, invece di volare oltreoceano, accompagnata da madre e figlia, ha fatto tappa in Italia: Venezia, Milano, Roma. Qualche foto, una performance live da protagonista mentre apriva la Biennale (Future/ Perfect, firmata dall’artista Tara Subkoff), sì, ma per il resto, stando anche agli scatti postati su Instagram, la sua è sembrata una lunga vacanza. «È così, è stata una vera vacanza – spiega – e anche una scoperta. Alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, ho visto quei meravigliosi ritratti di donne dei maestri della pittura veneta… Quei volti dicono tutto. Raccontano la passione, l’amore, sono la materializzazione delle emozioni. Preferisco i classici all’arte contemporanea, a quegli artisti che girano per New York dandosi un tono come fossero geni assoluti. Credo dipenda dal fatto che, avendo cominciato a lavorare molto presto, non ho mai avuto il tempo di esplorare i grandi maestri dell’arte. Quest’anno, però, è stato diverso»”.
“Come le eroine che ha interpretato al cinema – Leeloo di Il quinto elemento, Giovanna d’Arco, Alice di Resident Evil– e a riempire le giornate. L’appagamento che può nascere dal rallentare, Milla l’aveva sfiorato già anni fa, su un set cinese: «Avevo portato con me mio fratello Marco, che allora aveva 15 anni. Siamo stati a Pechino e poi in Mongolia. Abbiamo passato due settimane insieme, spostandoci con gli elicotteri tra il deserto e Ulan Bator. Per lui sono stati giorni insopportabili. Senza niente, senza luce la notte, con un ritmo del tempo diverso. Gli unici colori erano quelli della natura. Ci capitava di attraversare posti senza alcuna traccia di modernità, al massimo c’erano villaggi poverissimi. Qualche settimana dopo il ritorno in America, Marco mi ha chiamata al telefono e mi ha detto: “Grazie per quel viaggio, adesso che sono qui in Florida è strano perché vedo gente che ha tutto ed è depressa, laggiù non hanno nulla, ma sono così allegri, i bambini sorridono nel vento che soffia forte. Sono felici di accogliere gli estranei. La gente quel poco che ha lo mette in comune”. Quel viaggio ha cambiato il modo di vedere la vita di mio fratello. Così penso sempre che, quando mia figlia sarà adolescente e cominceranno i problemi che i ragazzi creano a quel-l’età, le dirò subito: “Andiamo dritti in Mongolia”. Perché lei apprezzi di più le cose che ha»”
“«Faccio cose normali come una madre normale. Durante la settimana mi sveglio alle sette, vesto mia figlia, le preparo la colazione e la porto a scuola in macchina. Poi faccio la spesa e torno a casa, rispondo a qualche telefonata, magari mi concedo di leggere qualche copione. Riprendo Ever a scuola, la accompagno a fare sport, poi cucino la cena». Probabilmente, se al cinema interpretasse un ruolo così, il film non incasserebbe un dollaro. «A essere onesti per me è complicato vivere lentamente. Quando sei abituata a non stare mai ferma, può essere difficile staccare. Ma ho sempre cercato di ricavare un po’ di tempo soltanto per me e per la mia famiglia, questa non è la prima volta. Bisogna saper dire “stop” e fermarsi, quando ce n’è bisogno. Per me è un ruolo preciso quello che ho “interpretato” a pieno quest’anno, anche se lo show business ti richiede di essere sempre “connesso”»”
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