ROMA – In questi mesi vedremo un Pier Francesco Favino diverso dal solito: ingrassato di 20 chili per esigenze di copione. Poteva anche mettere un cuscino sulla pancia, spiega lui alla Stampa, per interpretare il prossimo film del regista Michele Alhaique, ma non sarebbe stata la stessa cosa.
Che cosa l’ha spinta a lanciarsi nell’impresa di «Senza nessuna pietà»?
«Ho letto la sceneggiatura durante le riprese di Rush, quando mi sono venuti a chiamare perchè dovevo girare mi è dispiaciuto, non volevo abbandonare la lettura, ho capito da questo che la storia era interessante e andava raccontata».
Che tipo è il suo personaggio?
«Si chiama Domenico, fa parte di un clan che si occupa di recupero crediti nell’ambito di attività edilizie. Lo utilizzano per punire chi non sta alle regole, lui obbedisce, fino al giorno in cui un incidente improvviso lo fa scontrare con una donna di cui sarà obbligato a occuparsi. È una vicenda di esseri umani, di gente che ha poco tempo per decidere, di avvenimenti che mutano le esistenze. Al cinema bisogna raccontare questo, persone, altrimenti finisce che la gente non va più».
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