Renato Zero FOTO com’era e com’è: vita privata e curiosità
13 Febbraio 2016 - di Claudia Montanari
SANREMO – Renato Zero FOTO com’era e com’è: vita privata e curiosità. Un maestro, uno dei più grandi cantanti italiani di tutti i tempi. Renato Zero, ospite della serata di chiusura del 66esimo Festival di Sanremo, non ha certo bisogno di presentazioni. Ci troviamo di fronte, senza dubbio, ad uno dei mostri sacri della musica italiana. Renato Zero, nome d’arte di Renato Fiacchini, nel corso della sua carriera ha pubblicato 34 album, di cui 27 in studio e 7 live, e 3 raccolte ufficiali. Ha scritto complessivamente più di cinquecento canzoni affrontando le tematiche più disparate, oltre che numerosi testi e musiche per altri interpreti. È uno dei cantautori italiani più amati ed apprezzati di tutti i tempi. Con più di 45 milioni di dischi venduti è tra i principali artisti italiani che hanno venduto il maggior numero di dischi ed è l’unico cantante in assoluto ad aver raggiunto il primo posto nelle classifiche italiane ufficiali di vendita in cinque decenni consecutivi. Nato nel 1950 a Roma, la sua infanzia è stata segnatada una malattia che lo colpì appena nato, quando per una forma di anemia emolitica fu necessaria una trasfusione completa del sangue. La sua carriera ha avuto inizio quando, ancora molto giovane, ha iniziato ad esibirsi nei locali romani travestendosi e indossando costumi da scena ricchi di lustrini e pailettes, cosa che per lui rappresentava una sfida a chi diceva che valesse zero, che divenne poi il suo pseudonimo. A soli 14 anni firmò il suo primo contratto al Ciak di Roma e venne notato da Don Lurio, entrando poi a far parte del corpo di ballo degli spettacoli di Rita Pavone. Risale agli inizi della sua carriera la nascita della grande amicizia con Loredana Bertè e Mia Martini. Renato Zero ha partecipato 2 volte a Sanremo: nel 1991 con il brano Spalle al muro, scritto per lui da Mariella Nava e con cui arrivò secondo, e due anni dopo con Ave Maria, quinta classificata. I suoi fan sono ormai noti da anni come “Sorcini”: perché? Il termine è nato nei primi anni Ottanta, a Viareggio, quando lo stesso cantante, osservando il suo pubblico intento ad attorniarlo con i motorini, esclamò: “Sembrate tanti sorci”. A loro ha dedicato anche diversi brani, come I figli della topa e A braccia aperte;
Nonostante sia uno dei personaggi italiani più famosi degli ultimi tempi, della vita privata di Renato Zero non si sa poi molto. Le uniche due storie d’amore ufficializzate sono quelle che ha avuto con la sua segretaria Lucy Morante e Enrica Bonaccorti. Di entrambe le relazioni, Zero conserva un bel ricordo:
“Lucy non ha mai smesso di esserci, è molto presente nella mia vita di oggi, anche se poi ognuno torna a casa propria. Così come Enrica Bonaccorti e altre donne che hanno accompagnato il mio cammino. Lucy, però, è quella che ha sofferto di più perché era detestata dai miei fan”.
Nel 2003 ha adottato un figlio, Roberto Anselmi Fiacchini, sua guardia del corpo da diversi anni, che lo ha reso nonno di due nipotine, Ada e Virginia. A causa dei travestimenti che hanno sempre caratterizzato i suoi spettacoli, e per i testi di molte sue canzoni (Onda gay, Tu che sei mio fratello, Dubito, Un altro pianeta, Vizi e desideri, L’altra sponda, ecc), per i suoi atteggiamenti e discorsi è spesso percepito come omosessuale, lui però non ha mai fatto dichiarazioni esplicite al riguardo preferendo rimanere nell’ambiguità. In una intervista al Fatto Quotidiano una volta ha raccontato:
“Ma perché, se uno si veste in modo strano o esprime e proietta una particolare visione di sé, dev’essere per forza omosessuale? È una forma di repressione paleolitica. Una mentalità mediocre […] Non lo dico per difendere la mia ambiguità o la mia stravaganza, sia chiaro. Adoro l’ambiguità”.
Non solo, nel 2010 in una intervista al Corriere della Sera ha dichiarato:
“Se devo pensarmi negli anni a venire, mi penso al fianco di una donna. La donna è il rifugio. […] La donna fa meno paura dell’uomo, è più rassicurante, si apre senza bisogno di carte di credito o passepartout. L’uomo è più ermetico, è conquista, possesso, competizione, disponibilità senza limiti. Essere uomini è un impegno massacrante. La donna è meno aggressiva […] Non ho mai cercato donne-tigri, ferine, ma donne serene, spiritose”.