Rudy Zerbi, chi è la moglie Maria Soledad Temporini FOTO
4 Luglio 2016 - di Claudia Montanari
ROMA – Rudy Zerbi, chi è la moglie Maria Soledad FOTO. Ex direttore artistico, ex presidente ed amministratore delegato della Sony Music che ha abbandonato per dedicarsi completamente alla televisione e alla radio, insegnante di Amici e giudice di Italia’s got talent: non conoscere Rudy Zerbi, attualmente conduttore insieme ad Alessia Marcuzzi del Coca Cola Summer Festival, è veramente difficile.
Rudy Zerbi è finito nelle prime pagine dei giornali di gossip, nel passato, per la sua situazione famigliare. Rudy, infatti, ha 3 padri: per molto tempo ha pensato che suo padre fosse Roberto Zerbi, l’uomo che lo riconobbe quando sposò sua madre, ma è stato cresciuto da Giorgio Ciana da quando era un bambino di tre anni. Come tutti già sappiamo, però, nel maggio del 2010 ha rivelato che è figlio di Davide Mengacci, suo padre naturale, anche se già tempo prima di fare questa confessione aveva accennato alla cosa durante una puntata di Amici, come allo stesso tempo Mengacci parlando dei suoi figli aveva pure accennato a un certo Rudy.
Per quanto riguarda la sua vita sentimentale, invece, Rudy Zerbi è felicemente fidanzato. Lei si chiama Maria Soledad Temporini e nonostante sia una donna bellissima con un fisico da vera modella, è quanto di più lontano si possa immaginare dal mondo dello spettacolo. Bionda, alta, dal fisico perfetto, Maria Soledad ha 39 anni, è di origini argentine ed è un architetto d’interni molto quotato in Italia. I due fanno coppia fissa da anni ma solo nel 2014 avrebbero definitivamente chiuso, anche dal punto di vista legale, le precedenti relazioni.
Rudy ha 4 figli: i primi due -Tommaso e Luca- li ha avuti dalla prima moglie, Simona, mentre il terzo figlio -Edoardo- avuto dalla seconda moglie Carlotta Miti, attrice e famosa per essere la nipote di Gianni Morandi. Infine Leo, il quarto figlio, avuto dalla compagna Maria nel 2015. Non è stato un parto semplice e il piccolo Leo ha rischiato di morire, esattamente come la mamma:
“Al settimo mese di gravidanza la mia compagna, Maria, ha avuto un distacco totale della placenta mentre era a casa da sola. Io ero in studio, con il telefono staccato. […] Quando sono arrivato all’ospedale le infermiere piangevano: stavano morendo sia Maria sia Leo. L’hanno fatto nascere in corridoio ma, una volta nato, aveva bisogno di cure speciali e solo pochi ospedali a Roma hanno le incubatrici per i prematuri gravi, e quel giorno erano tutte piene. Così ci hanno mandati al Casilino, […] Essere genitori di un neonato in pericolo di vita è una sensazione strana: è nato, ma non è ancora tuo. Vorresti toccarlo, nutrirlo, portarlo a casa, ma non puoi. Quando ce la fa, senti di avere avuto un dono, e di essere in qualche modo un sopravvissuto”.