Safiria Leccese: chi è Sevi Saffetta, marito della giornalista
27 Ottobre 2015 - di aavico
ROMA – Stasera la vederemo su Rete 4 a condurre “La strada dei miracoli”, fortunatissimo programma che nella serata dei talk show (in contemporanea ci sono Ballarò e DiMartedì) sta avendo un discreto successo. Lei è la giornalista Safiria Leccese, noto volto di Studio Aperto. Ma chi è il marito di Safiria Leccese? Si tratta di Sevi Saffetta, avvocato romano con studio ai Parioli.
“La mia è stata una piccola conversione alla quale è seguito subito dopo un incarico che mi ha permesso di vivere da vicino cosa significa credere”, ha spiegato Safiria Leccese. Fu lei nel 2005 a raccontare al pubblico di Italia Uno la scomparsa di papa Giovanni Paolo II, i funerali e l’elezione di Benedetto XVI. Nel 2011, il Ctv, il centro televisivo Vaticano che distribuisce le immagini ufficiali della Santa Sede, le chiese di salire sul palco del Circo Massimo per presentare l’evento di beatificazione di Giovanni Paolo II. La strada dei miracoli, dunque, èer lei è tutt’altro che un esordio nei temi religiosi.
Nata a Gaeta nel 1970, studia alla Luiss di Roma, poi un periodo di volontariato in Tanzania, un po’ di sfilate, ma per gioco, assicura, ha esordito in un giornale di quartiere, prima del passaggio alla cronaca nella tivù romana Gbr. Angela Saffiria – questo il nome completo – ha lavorato a La Voce di Montanelli ed è uno dei volti storici delle reti Mediaset: gavetta negli studi di Milano, dove arrivò nel 2007 grazie all’incontro con Paolo Mieli, giornalista professionista dal 1999, è rimasta a lungo a Cologno Monzese per poi trasferirsi, nel 2009, nella redazione romana a occuparsi di politica, seguendo la presidenza del Consiglio all’epoca di Silvio Berlusconi.
Da novembre 2011 è passata a TgCom24. Inviata nei principali fatti di cronaca, e poi al seguito del premier, online si trova ancora l’eco di una sua performance con il disturbatore Gabriele Paolini, reo di averle rovinato un collegamento: la giornalista perse la calma e lo aggredì a suon di gomitate e insulti, esibendosi in un torpiloquio ripreso in un fuori onda.