éPARIGI – Serena Williams vince il Roland Garros e si gode Parigi, facendosi fotografare col trofeo davanti alla torre Eiffel.
Infinita Serena. Si danna l’anima, sbaglia, impreca, combatte contro la tosse e il raffreddore, perde punti contro avversarie che danno tutto pur di batterla, ma alla fine riesce a dimostrare che la numero 1 è sempre lei. E vince. Come contro Lucie Safarova, una grintosa mancina ceca, che l’ha messa più volte in difficoltà, ma si è dovuta poi arrendere alla supremazia della regina Williams, consegnandole il terzo titolo al Roland Garros (dopo 2002 e 2013), il 20esio in un torneo Slam, il 67esimo in totale. “Certo, ma alla fine poi ne viene sempre fuori e porta a casa il match”, rispose Sara Errani, prima di essere da lei sconfitta nei quarti, a chi le ricordava le precarie condizioni fisiche della 33enne americana.
Prima della finale, fatto inconsueto per la vigilia, non si è allenata Serena, preferendo riposare nella sua casa parigina. Non stava bene, con quell’influenza che la tormentava da inizio torneo. E anche durante il match ha tossito ripetutamente e dato segni di nervosismo (una parolaccia a voce alta le è costata un’ ammonizione del giudice arbitro). Ha ceduto un set, come in cinque dei turni precedenti, è stata in svantaggio per 2-0 nella frazione decisiva ma alla fine non si è lasciata sfuggire l’ occasione, inanellando quei sei game di fila che la separavano dal trionfo: 6-3 6-7 (2) 6-2 contro la numero 13 del mondo. Che, tra l’altro, le aveva tolto di mezzo la n. 2, la russa Sharapova, negli ottavi; e, in semifinale, la n. 7, la serba Ivanovic (le altre Top 10 – tra cui Halep, Kvitova, Wozniacki e Bouchard – erano cadute strada facendo sulla terra rossa parigina, per mano di altre avversarie).
“Quando ero bambina, in California, mio padre e mia madre volevano che giocassi a tennis. E ora sono qui, con 20 titoli Slam”, ha detto, in francese, la Williams, sottolineando: “Questo però è speciale per me. Qui non sempre ho giocato molto bene, ma sono davvero felice di aver vinto il 20/o qui”. Meglio di lei come titoli Slam, in era Open, solo Steffi Graf, con 22. Lucie Safarova è comnunque soddisfatta per “le due settimane meravigliose trascorse qui”. E domani avrà l’occasione di vincere un premio di consolazione non da poco: è infatti in finale anche nel doppio e, in coppia con la statunitense Bethanie Mattek-Sands, cercherà, contro l’australiana Casey Dellacqua e la kazakha Yaroslava Shvedova, la rivincita per la sconfitta, peraltro onorevolissima, in singolare. le foto Ansa.
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