Sergio Castellitto, chi è Margaret Mazzantini, moglie del regista
8 Febbraio 2016 - di Silvia_Di_Pasquale
Sergio Castellitto, chi è Margaret Mazzantini, moglie del regista e attore italiano. Castellitto, 62 anni, è il protagonista della fiction il “Sindaco pescatore” di Maurizio Zaccaro, in onda lunedì 8 su RaiUno. La fiction ricostruisce la storia di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso il 5 settembre 2010 – sicari e mandanti ancora sconosciuti – per essersi opposto alle mire del crimine organizzato sui beni ambientali dell’area del Cilento. Rispetto alla fiction ha detto:
“Il paradosso è che questo film non avremmo mai voluto farlo, non avremmo mai voluto essere qui oggi” osserva Castellitto “Gli artisti, però, sono testimoni, disegnano il percorso di persone decisive per gli altri. Vassallo è stato questo. Poi, in un Paese in cui chi fa il suo lavoro con impegno, correttezza e onestà, è un eroe, è diventato un simbolo ma ha dovuto pagare lo scotto di essere ucciso. Vassallo ci insegna molte cose (…)”.
Sergio Castellitto è sposato con Margaret Mazzantini, scrittrice, drammaturga e attrice italiana, autrice di libri di grande successo quali “Non ti muovere”, “Venuto al mondo”, Nessuno si salva da solo”. Nata a Dublino, dove ha vissuto per circa tre anni prima di trasferirsi con la famiglia a Tivoli, nei pressi di Roma, Margaret è figlia dello scrittore Carlo Mazzantini e della pittrice irlandese Anne Donnelly, nonché sorella minore dell’attrice Giselda Volodi. La coppia ha 4 figli: Pietro Castellitto, Cesare Castellitto, Anna Castellitto, Maria Castellitto. Il regista e la scrittrice si sono sposati nel 1987 e si sono conosciuti recitando in Le tre sorelle di Cechov.
Nel corso di un’intervista con IoDonna, Sergio Castellitto ha parlato della sua trentennale carriera. alla domanda: “Come riesci a muoverti oggi nel decidere di accettare o no un progetto?”, lui ha risposto:
“Successo è la libertà di andare a lavorare dove vuoi. Poi qualcosa va bene, qualcosa no. I film più interessanti che ho girato sono stati L’uomo delle stelle e Il grande cocomero, ma anche i progetti televisivi su Coppi, Don Milani ed Enzo Ferrari, che mi hanno permesso di diventare anche un attore divulgativo. Hanno ancora una febbre che altri non possiedono. Oggi a mio parere le cose migliori al cinema vengono dalle serie televisione americane, penso a quello che avevo fatto con In Treatment, basato su un loro modello, rivelatasi poi una scommessa vinta. Inseguire la qualità, decidere di andare a lavorare dove il progetto sembra migliore, poi ci sono mille modi per accettare un film o no. Il futuro del cinema sta non solo nell’accettare la sua dimensione archeologica e popolare, ma anche a guardare in nuovi direzioni e tecnologie. Quello che cambia ogni giorno è lo sguardo”.