Angelina Jolie racconta genocidio cambogiano nel nuovo film
3 Agosto 2017 - di Silvia_Di_Pasquale
LOS ANGELES – Angelina Jolie racconta genocidio cambogiano nel nuovo film “Per primo hanno ucciso mio padre”, (First They Killed My Father), nuova attesissima pellicola diretta da Angelina Jolie che è tornata dietro la macchina da presa per affrontare il tema dei genocidi particolarmente sentito all’UNHCR, da anni impegnata nella difesa dei diritti umani. Il film, Netflix, prodotto dalla stessa Jolie, sarà presentato a Toronto e visibile dal 15 settembre agli abbonati della piattaforma web.
Il film è tratto dall’omonimo libro, che racconta le memorie della scrittrice e attivista cambogiana Loung Ung, sopravvissuta durante il regime mortale dei Khmer Rossi dal 1975 al 1978. La storia è raccontata attraverso i suoi occhi, a partire dall’età di cinque anni, quando i Khmer Rossi salirono al potere, fino ai nove anni. Durante le realizzazione del film in Cambogia è entrato in crisi il rapporto tra Angelina Jolie e Brad Pitt. Tuttavia le difficoltà – ha detto a Vanity Fair la Jolie nella prima intervista concessa dopo l’addio – non hanno avuto nulla a che fare con la vita da jet set, in giro per il mondo, della coppia.
L’attrice ha ammesso che il divorzio è stato un momento difficile, forse il più difficile. Ma è stata anche un’occasione per riconciliarsi con il padre, l’attore Jon Voight. “Ha capito che i ragazzi in quel momento avevano bisogno di un nonno”. E sul padre e sul difficile divorzio con la madre, Angelina Jolie si è soffermata. “Crescendo sono sempre stata molto preoccupata per mia madre”, ammette, riferendosi ai tradimenti del padre. Questo l’ha spinta ad adottare un atteggiamento diverso con i suoi figli:
“Penso che sia molto importante piangere sotto la doccia e non di fronte a loro. Devono sapere che tutto andrà bene anche quando noi non ne siamo sicuri”.