ROMA – “Senza Eluana che muore non ci sarebbe Bella Addormentata, che si risveglia”. Queste le parole di Marco Bellocchio sull’origine del suo atteso film in concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Nato da “una fortissima emozione” e dalla “solidarietà per il padre di Eluana”, il film ha rischiato, secondo il regista, per questa ragione di essere limitato nello sguardo. Così Bellocchio decide di aspettare due anni per approfondirlo e creare “altre storie non estranee a quella di Eluana eppure indipendenti”. Per farlo ha attinto ai ricordi dell’infanzia e della sua famiglia cattolica, ma anche al “compromesso con la politica”.
In ‘Bella Addormentata’ sono rappresentati poi “i principi morali, l’importanza della coerenza alle proprie idee, il rifiuto di arrendersi di fronte a una vita in pericolo che conserva però le potenzialità per riprendersi, per rinascere (vedi Rossa e Pallido)”. Il percorso dell’autore del ‘Diavolo in corpo’ ha privilegiato la scrittura, mentre per le riprese “si è abbastanza improvvisato”. Bellocchio definisce il suo “un film sincero per nulla ideologico” anche se “non è un film imparziale”. E confidando “in un pubblico non indifferente” al dibattito, conclude: “In arte credo l’imparzialità non esista. Ho le mie idee, ma il film non è un manifesto”. (Foto Lapresse).
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