Bellissima

“Bellissima” di Visconti, un capolavoro da rivedere

2 Dicembre 2012 - di Claudia Montanari

ROMA – In tempi in cui sembra dominare una feroce voglia di apparire, “Bellissima” del grande Luchino Visconti continua comunque a rappresentare uno dei migliori film italiani di sempre sul desiderio di riscatto sociale e sul velleitarismo artistico in generale. Maddalena Cecconi ( una straordinaria Anna Magnani che per questo ruolo vinse il Nastro d’Argento come miglior attrice protagonista), è una popolana estremamente attenta al futuro della sua unica figlia, Maria; per la bambina la donna sogna un futuro radioso nel mondo dello spettacolo, a cui lei aveva dovuto rinunciare in gioventù. La grande occasione si presenta durante una selezione negli studi di Cinecittà; la produzione infatti cerca una bambina per girare un nuovo film e Maddalena, malgrado non abbia l’appoggio del marito, farà di tutto affinché sua figlia partecipi al tanto agognato provino, perfino rivolgersi ad un truffatore( Walter Chiari), per ottenere una raccomandazione. Per la prima volta in un film di Luchino Visconti emerge più l’interpretazione di un singolo che la consueta coralità neorealista a cui il regista aveva abituato il suo pubblico; probabilmente sta anche in questo la grandezza della Magnani, nella sua capacità di divorare la scena, il film e persino Walter Chiari, che comunque offre anche in questa pellicola una performance all’altezza della sua fama. Frutto di una sceneggiatura brillante di Suso Cecchi D’Amico, Visconti e Francesco Rosi, “Bellissima” è un film esilarante e drammatico al tempo stesso, che riesce a diventare specchio di una società che cambia, dopo la fine del conflitto mondiale e l’inizio di una guerra mediatica ancora agli esordi. Ora che siamo nel pieno di questa guerra, può essere interessante guardare alle incertezze e alle ingenuità di quei personaggi e provare a recuperare un pizzico di autenticità.