Bologna: 26° edizione de “Il cinema ritrovato”
12 Giugno 2012 - di marina_cavallo
BOLOGNA – Quatttro grandi schermi accesi da mattina a sera, quelli delle due sale Lumière dell’Arlecchino e del Jolly. Un evento sicuramente da non perdere.
E in più, la meraviglia delle proiezioni notturne in piazza Maggiore. A Bologna saranno otto giornate densissime quelle, fra sabato 23 e il 30 giugno, del 26° festival “Il cinema ritrovato” (il programma completo qui). Come ogni anno, tornerà l’appuntamento con i migliori restauri internazionali e con i lungometraggi ritrovati ai quattro angoli del pianeta. Tra gli eventi più attesi, la “extended version” di “C’era una volta in America” di Sergio Leone, già presentata in anteprima a Cannes. E’ arricchita da 25 minuti inediti, tagliati in fase di montaggio nel 1984. Questo maestoso affresco è un’epica celebrazione del Nuovo Mondo.
E ancora: ecco “La grande illusione” di Jean Renoir, manifesto pacifista interpretato da Jean Gabin; una delle opere più belle della Nouvelle Vague francese, “Lola” di Jacques Demy, con la struggente e seducente Anouk Aimée; e “Viaggio in Italia” di Roberto Rossellini con protagonista Ingrid Bergman. Si renderà poi omaggio, tra muto e sonoro, a Raoul Walsh e ai suoi personaggi spesso tormentati da un passato oscuro. Si passerà da “Il grande sentiero” con un John Wayne poco più che ventenne a capolavori con Gary Cooper e Clark Gable. Tra gli ospiti della rassegna John Boorman autore di “Un tranquillo weekend di paura”: in piazza Maggiore si potranno gustare il suo “Senza un attimo di tregua” e il documentario “Me and me dad” a lui dedicato dalla figlia Katrine.
E per il percorso di ricerca sui colori originali dei film, che sta conoscendo una seconda vita grazie alle tecnologie digitali, rivivranno, per esempio, le sfarzose scenografie del kolossal biblico “Sansone e Dalila”, e la spettacolare epopea di “Lawrence d’Arabia”. Probabilmente serpeggerà, tra il pubblico, qualche brivido, vista la drammatica attualità di certi temi, nel vedere le produzioni che raccontano la Grande Depressione seguita al crollo di Wall Street nel ’29, con il mondo che ballava ai bordi di un vulcano e la crisi economica, tra disoccupazione e baratro tra poveri e ricchi sempre più accentuato, che dilagava. In compenso, si riderà con le avventure e le disavventure del vagabondo Charlot grazie a tre cortometraggi di Charlie Chaplin. E poi largo a un tributo ad Alma Reville, la moglie di Alfred Hitchcock, che non solo esercitò notevole influenza sul coniuge, ma coltivò una sua carriera nel mondo della celluloide. La donna cominciò come segretaria di edizione, e fu assistente alla regia nell’esordio del marito: “Il giardino del piacere”. (Marco Fornara)