“Dallas buyers club”, trama e recensione del film con Matthew McConaughey
31 Gennaio 2014 - di Claudia Montanari
ROMA – Ron Woodroof (Matthew McConaughey) vive come se non ci fosse un domani, professando solo la religione dell’alcol e della droga; la scoperta di avere l’Hiv lo porta a provare medicine di ogni tipo, fino ad arrivare in Messico in cerca di cure alternative. Lì scoprirà farmaci più efficaci e inizierà ad importarli nel suo paese, ingaggiando un vero e proprio braccio di ferro legale con gli Usa.
Sebbene “Dallas buyers club” non abbia nulla a che fare con la religione, vi è un certo spiritualismo a pervaderlo, soprattutto nella figura del protagonista che, come un santo dell’antico testamento, parte dalla posizione più deprecabile per raggiungere poi, attraverso la malattia e la sofferenza, una consapevolezza e una benevolenza maggiori.
La regia di Jean-Marc Vallée è tutta incentrata sul protagonista, un Matthew McConaughey estremamente in forma e capace di trascinare lo spettatore in un’odissea di emozioni, sebbene questo, in parte, penalizzi il lavoro di altre star presenti nel film (Jared Leto e Jennifer Garner), relegate a ruoli si semplici “spalle”.