“La vendetta veste Prada”, esce sequel del “Diavolo”: già aria di film
10 Novembre 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – A 10 anni dall’uscita del fortunatissimo libro “Il diavolo veste Prada” esce il sequel, “La vendetta veste Prada”. E in quel di Hollywood stanno già pensando ad una luccicante trasposizione cinematografica.
Nel lontano 2004 una giornalista brillante e per niente alla moda approda nell’ufficio di Miranda Priestley, temutissima direttrice della rivista di moda Runway. “Stupendo! Alle risorse umane hanno davvero uno strano senso dell’umorismo” è il caloroso benvenuto che le riserva la prima assistente di Miranda.
Nel 2006 quel libro si è trasformato in film diretto da David Franke diventando uno dei più patinati, fashion e scintillanti lavori mai visti al cinema, con una sfolgorante Meryl Streep nei panni di Miranda, una brillante Anne Hathaway in quelli di Andy e una fashionissima Emly Blunt in quelli della prima assistente.
E, a quasi 8 anni dall”uscita del film cult, Hollywood si è già mosso per la trasposizione cinematografica del sequel, “La vendetta veste Prada”, uscito nelle librerie solo da pochi giorni.
“Ho vomitato tutti i giorni per i primi cinque mesi, ma non mi sono mai fermata” ha raccontato l’autrice dei fortunatissimi libri, Lauren Weisberger.
Sia inteso, non che in questi 10 anni Lauren non abbia pubblicato nulla. Pur avendo scritto altri tre libri brillanti, i personaggi del temutissimo “diavolo” continuavano a stuzzicarla. Ci girava, ci rigirava. Ci pensava:
“Ero curiosa di sapere come si erano sviluppate le loro vite e dieci anni dopo sembrava un tempo perfetto per farlo”.
Certo, dai tempi dell’uscita de “Il diavolo veste Prada” la vita di Lauren è molto cambiata. Lei, che è passata da “assistente in un giornale” a “una delle scrittrici più pagate d’America”.
Doppiare il successo del primo libro non è una cosa da poco (ha venduto 4 milioni di copie ed è stato tradotto in 31 lingue) e la stessa Lauren sa di dover reagire con la giusta dose di realismo:
“È quasi impossibile ripetere l’impresa della prima volta. Ma rimangono la pressione da parte dell’editore e la voglia di non deludere il pubblico“.
E nemmeno la critica… anche se, spiega,
“Preferisco non leggere i commenti dei critici e limitarmi a quelli dei lettori. Sanno essere altrettanto schietti, ma sono i soli capaci d’influenzare la mia scrittura”.
Di seguito, l’intervista completa a Lauren Weisberger a firma di Nicola Scevola per Io Donna, femminile del “Corriere della Sera”:
La scorsa volta ha scritto un romanzo a chiave, questo invece è di pura finzione?
“La storia è meno personale, ma contiene ugualmente temi tratti dalla mia quotidianità, come il matrimonio, la maternità e l’equilibrio fra lavoro e famiglia”.Anche lei ha avuto problemi in quel senso?
Assolutamente sì, pur avendo tutti i vantaggi possibili, con due figli molto piccoli: ho un lavoro flessibile, mezzi economici, un marito presente e un grande aiuto da parenti e babysitter. Eppure corro sempre contro il tempo. E contro i sensi di colpa.Il libro propone qualche soluzione?
No, salvo ironizzare per sdrammatizzare la situazione. E consolarsi pensando che oggi tutte le mamme soffrono dello stesso problema, anche se non lavorano.Sembra davvero in forma per aver avuto da poco due bambini
Dopo la nascita del secondo, ho chiesto aiuto a una nutrizionista. Ho sempre odiato l’idea di buttare il mio tempo libero in palestra. Mi è bastato cambiare il modo di mangiare. E se esco a cena, lei guarda online il menù del ristorante e mi consiglia cosa prendere. Così evito di cadere in tentazioneIl primo libro l’ha trasformata in un’autrice di fama internazionale a 26 anni. Di persona, però, rimane una persona molto alla mano
È il vantaggio di essere scrittori: i miei libri sono famosi, non io. Nessuno mi riconosce quando cammino per strada. Questo mi permette di godere dei lati positivi della fama, senza subire le limitazioni che spesso costringono le celebrità a distaccarsi dal mondo realeSpera che anche “La vendetta veste Prad”a diventi un film di successo come quello interpretato da Meryl Streep?
Me lo auguro, ma stavolta non servirà il mio permesso. Fox possiede già i diritti cinematografici dei personaggi e può fare ciò che vuoleHa mai avuto occasione di reincontrare Anna Wintour dopo la pubblicazione del Diavolo veste Prada?
No, e a dir il vero non ci tengo. Una volta siamo state alla stessa festa ma non ci siamo incrociate. Comunque di solito non abbiamo giri in comune, soprattutto da quando sono alle prese con montagne di pannolini.Nel nuovo libro Miranda diventa direttrice artistica della casa editrice per cui lavora, proprio com’è successo recentemente ad Anna Wintour. Un modo per agganciare i personaggi alla realtà?
No, soltanto una fortunata coincidenza. Il ruolo era funzionale alla storia, che ho finito di scrivere ben prima dell’annuncio della promozione di Wintour. Quando l’ho saputo, però, mi è parso decisamente un buon auspicio.Nei suoi racconti c’è spesso satira su moda, editoria, pubbliche relazioni, star system. Qualcuno le ha mai chiuso una porta in faccia a causa di ciò che ha scritto?
No, mai. I miei racconti non sono vere critiche sociali. Sono storie pensate per intrattenere che contengono frammenti di realtà solo per essere più speziate. Fra questi “frammenti” ci sono sempre molti pettegolezzi su celebrità vere.È un tema che la appassiona?
Vorrei negare, ma non posso: adoro il gossip, in particolar modo se riguarda la famiglia reale inglese. Mi rendo conto che possa suonare strano detto da un’americana, ma Chelsea Clinton non è affatto la stessa cosa di Kate Middleton.
Fonte: IoDonna.it