Frankenstein Junior, un film capolavoro di intelligenza e ironia da rivedere
18 Gennaio 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – Perché, in un’epoca di 3D, di horror di ogni tipo e di storie sempre più complesse proposte al cinema, “ Frankenstein Junior” andrebbe visto o rivisto? La risposta è davvero semplice: perché è un capolavoro assoluto di comicità, intelligenza e ironia. Quarto lungometraggio di Mel Brooks, e indubbiamente il più famoso, “Frankenstein Junior” deve molto del suo successo all’ensamble di talenti che vi hanno preso parte, primo fra tutti Gene Wilder che, oltre a recitarvi nel ruolo di protagonista, ha anche collaborato alla sceneggiatura. Il nipote del famigerato barone Frankenstein, il dottor Frederick Frankenstein( Gene Wilder), neurochirurgo americano, va in Transilvania e decide di ripetere l’esperimento dell’avo; crea così un mostro di incommensurabile bontà. Alla bravura degli interpreti principali si unisce una galleria di personaggi strambi ed indimenticabili nella loro peculiarità, fra i quali spicca senza dubbio il grande Marthy Feldman, che trasforma il personaggio dell’aiutante Igor in un’icona immortale della commedia. Altro grandissimo pregio della pellicola è la sensibilità dell’autore nel ricreare, malgrado il chiaro spirito parodistico, l’atmosfera dei film horror della Universal che negli anni Trenta e Quaranta resero celebri personaggi come Frankenstein, la Mummia e Dracula; in conclusione, “Frankenstein Junior” è un film da non lasciarsi sfuggire per nessuna ragione, è un’opera che appassiona grandi e piccini e che riesce a far innamorare del cinema anche i più indifferenti alla settima arte.