“La grande bellezza”, il nuovo film di Paolo Sorrentino
28 Maggio 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – Già da qualche giorno nelle sale, “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, malgrado non abbia vinto alcun premio all’ultimo festival di Cannes, è uno di quei film che non possono non essere visti e di cui, in un modo o nell’altro, si continuerà a parlare a lungo. Chiaramente ispirato a quel capolavoro immenso che è “La dolce vita” di Federico Fellini, “La grande bellezza” riesce nel difficilissimo compito di analizzare e trasportare nel 2013 quel mondo decadente e vacuo che aveva reso celebri in tutto il mondo nel 1960 Roma, via Veneto e i suoi bislacchi personaggi. Gep Gambardella( un eccezionale Toni Servillo), è un mondano accanito sessantacinquenne; ha scritto un solo libro, collabora ad una rivista come giornalista di costume e trascorre le notti fra feste , cene con pseudo intellettuali apparecchiate in bellissimi terrazzi e incontri strampalati. Paolo Sorrentino mette in scena una babilonia di umanità alla deriva e, anche grazie all’impeccabile fotografia di Luca Bigazzi, celebra come forse mai nessuno ha fatto l’immensa bellezza di Roma, città accentratrice, che tutto divora e tutti dimentica. Nella sceneggiatura, scritta a quattro mani con Umberto Contarello, c’è sicuramente un eccesso di spunti e tematiche, che finiscono inevitabilmente per non essere sviscerate fino in fondo; lo stesso discorso vale per alcuni personaggi, come ad esempio la Ramona interpretata da Sabrina Ferilli, che appaiono e scompaiono nel giro di poche scene, lasciando un leggero senso di insoddisfazione nello spettatore, che certamente vorrebbe capire di più. Ma anche questa è Roma, o almeno così appare nell’immaginario del talentuoso regista, che elargisce un dono di assoluta bellezza e arte al suo pubblico, che non potrà, fra il riso e lo sconforto, non riconoscere una parte di sé e del proprio paese in questa pellicola coraggiosa e avvincente.