Juliette Binoche ed “Elles”: studentesse prostitute
13 Febbraio 2012 - di Claudia Montanari
Parigi – “Elles” è il nuovo film di Juliette Binoche, ed è uscito nelle sale francesi tra discussioni e polemiche. Il film racconta la storia di una giornalista alle prese con due studentesse, una polacca e una francese, costrette a prostituirsi per pagare gli studi. Il soggetto non è nuovo, ma la trama è originale e la giornalista si lascia ammaliare dal fascino delle due ragazze. A risentirne, tuttavia, è proprio la sua inchiesta.
La prostituzione degli studenti è un fenomeno irregolare, occasionale, che viaggia attraverso la Rete (“ménage in tenuta sexy”, è l’annuncio più comune per attirare i clienti), si svolge in appartamenti privati e non si lascia avvicinare facilmente dalle domande dei giornalisti. Ci prova Anne (Juliette Binoche), nel suo nuovo film. Un soggetto già introdotto da “Student service” di Emmanuelle Bercot, ma trattato in maniera originale.
Si legge sul Corriere della Sera: “Stando a un rapporto di qualche anno fa, solo in Francia sarebbero 40 mila gli studenti che si prostituiscono. «Il film non accusa nessuno, né vuole dare giudizi – assicura l’attrice ieri applaudita -. Vuole solo stimolare riflessioni. Ragionare sull’insidioso cambio di mentalità in atto da noi. Dove pubblicità e media esibiscono foto di quasi bambine abbigliate e truccate da ninfette. Quel vendere se stesse con la garanzia dell’anonimato frutta molto, porta via poco tempo. Ed essendo occasionale sembra meno degradante”.
Il prezzo da pagare? La continua finzione in cui si vive: con i parenti, con gli amici, con se stesse. “Così, alla fine dell’indagine i punti interrogativi si sposteranno dalle giovani prostitute alla condizione femminile in generale. Cos’è una donna? Cos’è l’amore? Cosa vuol dire essere sposata?” si legge sul Corriere della Sera.
Il confronto con queste vite “al limite”, all’inizio condotto secondo un metodo professionale da parte della giornalista, finisce per sconvolgere, sia pure per un momento, la vita privata di se stessa. Il destino delle ragazze, nascosto sotto uno pseudonimo da cabaret (Charlotte si fa chiamare Lola, e solo all’ultimo svela il suo vero nome), si perde alla fine dell’ultima intervista.