ROMA – L’esordio alla regia di Sergio Rubini, fino ad allora noto solo come attore di talento, si materializza attraverso un film suggestivo ed intenso, che vale la pena sicuramente di rivedere. Adattamento di una commedia di Umberto Marino, “La stazione” narra di Flavia (Margherita Buy), una ragazza che di notte arriva in una piccola stazione del sud per prendere un treno; la raggiunge il suo fidanzato (Ennio Fantastichini) e i due litigano. Il timido capostazione Domenico (Sergio Rubini) è costretto ad intervenire… La vera bellezza di questo film, che ha vinto numerosi premi, fra cui il David di Donatello nel 1991 al miglior regista esordiente, consiste principalmente nella capacità di far emergere più che descrivere un ambiente e un’atmosfera; la piccola stazione di notte infatti, così come le anime incerte dei personaggi che la vivono sono evocate con grande sensibilità, senza dover ricorrere a minuziose spiegazioni. Un film intelligente, ricco di sfumature ed emozioni, che merita davvero di essere riscoperto.
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