ROMA – Chi non ha avuto la fortuna di vedere “Le iene” al cinema nel lontano 1992, dovrebbe correre ai ripari e non perdersi questo gioiello cinematografico, che rappresenta il debutto alla regia dell’ormai mitico Quentin Tarantino. Lo schema del film è quello classico di molti noir, utilizzato anche da Kubrick quando girava “Rapina a mano armata”; otto personaggi che non si conoscono si uniscono per compiere una rapina ma, a causa del tradimento di uno di loro, questa fallisce. Tarantino alla sua opera prima si rivela già un Maestro; innanzitutto per la sceneggiatura, così “politically uncorrect”( basti vedere come vengono trattati verbalmente i “negri”), per la complessità dei personaggi, che vogliono essere al contempo cinematografici e veri e poi per l’immensa capacità di trasformare la violenza in spettacolo e in commedia. Un cast pazzesco( Harvey Keitel, Steve Buscemi, Tim Roth e molti altri) completa il tutto, rendendo “Le iene” un film cult che ha saputo influenzare molti registi negli anni a seguire e che ha saputo imporre all’attenzione del pubblico di tutto il mondo il grande talento di questo regista italo americano, fino ad allora un semplice commesso di una videoteca.
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