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Leonardo Pieraccioni: “Basta film di Natale”, incide canzoni e si dà ai trailer

24 Settembre 2012 - di Claudia Montanari

Al cinema ci ha dato sempre tante soddisfazioni facendoci ridere non poco con i suoi film, ma ora Leonardo Pieraccioni dice basta, almeno per il momento, al cinema e vuole dedicarsi al canto e… ai tralier, quegli spezzoni di 3 minuti o poco più, tanto importanti, che presentano i film. E lo fa partecipando al prossimo Trailersfilmfest di Stefania Bianchi, unica manifestazione in Europa che celebra i Trailer cinematografici. Tutto questo mentre incide due canzoni ” non di più, per limitare i danni”, dichiara Pieraccioni.

Il regista e attore è stato intervistato dal quotidiano “La Stampa”, in cui si legge anche che si convinto a partecipare alla manifestazione grazie a “l’omaggio che il festival ha deciso di fare ad Alberto Lardani, uno dei più famosi creatori di trailer scomparso due anni fa, che lo ho seguito in quasi tutta la sua fortunatissima carriera”.

Nell’intervista Pieraccioni spiega che i Trailer sono molto importanti, soprattutto ai registi ancora non affermati: “A un esordiente servono tanto. Determinano quel pizzicorino in bocca allo spettatore. Sono come il primo invito a cena a una ragazza: se sbagli una parola lei non viene, se l’azzecchi parti col piede giusto” ed è convinto che devono essere fatti da professionisti del settore, il regista spesso non è in grado: “Il regista è incapace: conosce il film a memoria e suppone che questo o quel personaggio siano buoni, spesso sbagliando. Il trailerista, invece, guarda il film con un occhio nuovo che è quel che serve”. In fondo, spiega Pieraccioni, che lui stesso fece alcuni trailer da solo ed il risultato non fu dei migliori: “Con il mio primo film I laureati feci da solo. Usai una “avan-presentazione”. Presi la scena di un funerale con tre quattro donne in nero, mi misi in mezzo, chiesi il silenzio assoluto per qualche secondo e poi annunciai: ecco I laureati: un film allegro. Anche per Il ciclone feci da solo, ma, lo ammetto, fu un grave errore nonostante il film sia stato campione di incassi. Erano altri tempi. Una pellicola poteva resistere in sala per mesi. Si usava il passa-parola. Era un po’ come andare al ristorante: ne scopri uno, lo dici a un amico che lo dice a un altro e il ristorante si affolla. Oggi in tre settimane si brucia tutto”

Inoltre il regista, che ha da sempre nutrito molto stima per il trailerista Lardani, spiega che il trailer “è parte integrante del film. Il manifesto, che pure si usa ancora, è solo un modo per far sapere alla gente che Salvatores o Virzì hanno fatto un altro film. Ma lo guardi distrattamente, senza notarlo, come facesse parte del paesaggio urbano. Il trailer invece incuriosisce e resta nella testa del pubblico”.

Infine, Pieraccioni parla dei suoi prossimi film focalizzando l’attenzione sui film di Natale: “Non lo faccio più. Sono troppo pigro per un film all’anno. E poi m’è nata la figliola: sto con lei. Leggo, vedo vecchi film, produco un olio buonissimo, perdo tempo. E ogni tanto scrivo. Sto preparando con Paolo Genovesi un film nuovo, ma se ne parla l’anno venturo”.