“Lincoln”, il film sul presidente americano che cambiò l’umanità
28 Gennaio 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – Negli ultimi mesi della sua vita, il sedicesimo presidente degli Stati Uniti Abraham Lincoln cambiò la storia dell’umanità, abolendo la schiavitù dei neri d’America; l’approvazione di questa legge si inserì nell’ambito di una feroce guerra civile, che lo vide totalmente coinvolto, sia come politico che come uomo e padre. Steven Spielberg trasforma questa storia in un romanzo filmico, in cui ogni personaggio ha il suo momento, ma tutti convergono verso un’unica luce, quella del protagonista; Daniel Day-Lewis( vincitore dell’Oscar per “Il mio piede sinistro” e “Il petroliere”) dà ancora una volta una prova eccezionale, incarnando con stupefacente verosimiglianza la figura tanto complessa quanto mitica di Lincoln. L’apporto alla sceneggiatura di Tony Kushner ( già autore di “Munich”) e l’ottima fotografia di Janusz Kaminski poi completano l’opera, rendendo “Lincoln” una pellicola stilisticamente impeccabile e di grande forza politica e storica; cosa manca allora perché sia anche un film indimenticabile, di quelli che si desidera rivedere e non si finisce mai di citare? Probabilmente ciò che manca in quest’ennesima brillante prova di Spielberg è un po’ di ritmo o semplicemente un pizzico di “spettacolarità” in grado di rendere irresistibile e fruibile a tutti quello che appare fondamentalmente come un ritratto storico assai preciso, ma a tratti un po’ freddo. Per il pubblico americano questo film ha avuto ed ha sicuramente un significato diverso e molto più profondo; tutti gli altri probabilmente dovranno “accontentarsi” invece di una puntuale lezione di storia e di una formidabile prova di recitazione.