“Natale in casa Cupiello”: un grande classico da rivedere
28 Dicembre 2012 - di Claudia Montanari
ROMA – Chi non conosce “Natale in casa Cupiello”? Persino chi ha visto al massimo qualche minuto di una qualsiasi commedia eduardiana sa chi l’ha scritta e probabilmente anche alcune delle sue battute più famose. La versione filmica, e a colori, più famosa di questa commedia, risale al 1977; l’aria di familiarità che ogni personaggio riesce ad esprimere e il racconto tragicomico della famiglia allo sbando hanno reso questa commedia celebre e sempre attuale. La storia è semplice e complessa al tempo stesso e, a ben vedere, potrebbe essere la storia di una delle tante famiglie contemporanee; durante l’antivigilia di Natale Luca Cupiello (uno straordinario Eduardo De Filippo), si prepara alla festività insieme alla moglie Concetta, al figlio nullafacente Tommasino e al bisbetico fratello Pasquale. La vicenda umana della famiglia Cupiello si snoda in un crescendo di imprevisti, svelate ipocrisie e vani tentativi di vivere felicemente il Natale e si conclude con l’amarissima presa di coscienza della realtà da parte del capofamiglia, ormai rassegnato di fronte allo sfascio umano e morale dei propri parenti. Come in molte delle commedie eduardiane c’è ben poco da ridere e le risate, quando ci sono, sono amare, proprio come lo spaccato sociale e psicologico che il grande De Filippo ha lasciato al suo pubblico; una commedia dunque da rivedere soprattutto per la sua sferzante capacità di svelare, con ironia, quanta pochezza l’essere umano riesce ad esprimere all’interno delle mura domestiche.