“Turnè”, un film capolavoro di Gabriele Salvatores da rivedere
1 Marzo 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – Quarta pellicola di Gabriele Salvatores e terza della cosiddetta trilogia della fuga, “Turné” è probabilmente uno dei migliori film del regista partenopeo, poiché riunisce comicità e tensione attraverso uno stile inusuale e intrigante. Federico( Fabrizio Bentivoglio) e Dario( Diego Abatantuono) sono due attori teatrali e soprattutto sono molto amici; quando Federico, lacerato per la crisi con la sua fidanzata( Laura Morante), scopre che è proprio Dario l’amante di lei, l’amicizia fra i due viene messa a dura prova, ma in qualche modo prosegue, generando un triangolo sentimentale meno poetico di quello di “Jules e Jim”, ma altrettanto forte ed interessante. È attraverso i temi dell’amicizia, della rivalità sociale e dell’amore che si snoda “Turné”, che, visto a molti anni di distanza, conserva la stessa identica forza narrativa e psicologica; il lieto fine con una riappacificazione generale e la rivincita dell’amicizia adolescenziale che la vita vorrebbe distruggere rende questo film adatto a tutti e, soprattutto, permette di conoscere il primo Salvatores, molto lontano dalle produzioni a cui ha lavorato dopo l’Oscar di “Mediterraneo”.