ROMA – L’avvocato Pignacorelli (Alberto Sordi) decide di aiutare il povero Oscar Pettinari (Carlo Verdone), comparsa di Cinecittà che ne ha passate tante e merita, secondo lo scaltro avvocato, di essere “risarcito” per degli ipotetici danni subiti durante la sua avventurosa attività di stuntman.
Partendo da quest’idea, Carlo Verdone realizza una delle sue commedie più “controverse” poiché, a differenza di quanto fatto prima e di quanto farà in seguito, sceglie di dividere equamente la scena con un mostro sacro qual era Alberto Sordi; il risultato è una pellicola che fa sbellicare dalle risate e che offre, seppur in chiave strettamente comica, una riflessione sulla legge italiana, sempre capace di essere arginata ed evasa. “Troppo forte” non è forse uno dei film più ricordati di Verdone, probabilmente anche per il ruolo fin troppo macchiettistico costruito da Sordi, che in parte snatura l’essenza della storia, ma mantiene, anche a distanza di decenni, una freschezza e una simpatia che lo rendono un piccolo cult agli occhi degli spettatori amanti del genere.
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