ROMA – Augusta (Jasmine Trinca), una donna italiana di circa trent’anni, si reca in Amazzonia per sfuggire ad alcune vicende dolorose della sua vita; all’inizio segue suor Franca, un’amica della madre che lavora presso alcune comunità indigene dell’alto Rio Andirà, poi però se ne distacca per proseguire il viaggio da sola, alla ricerca di un senso da dare alla propria vita. A distanza di quattro anni da “L’uomo che verrà”, vincitore di numerosi premi fra cui il Gran Premio della Giuria Marc’Aurelio d’Argento, Giorgio Diritti torna nelle sale con una storia intima e dai toni fortemente esistenziali, al cui centro sembra esserci quell’atavico e necessario bisogno di ricerca di un senso da dare a se stessi e alla propria vita. La scelta di ambientare buona parte della pellicola in Amazzonia, uno dei luoghi più selvaggi e remoti rimasti sul nostro pianeta, la dice lunga sulla volontà da parte del regista, che è anche coautore della sceneggiatura, di indagare senza mezzi termini gli aspetti più profondi e meno scontati dell’essere vivi e dello stare al mondo in generale. “Un giorno devi andare” riesce ad unire tensione, bellissimi paesaggi e spiritualità,promettendo molto a chi, dal cinema, si aspetta qualcosa in più rispetto al semplice intrattenimento.
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