Calzedonia, “Perfect as you are”. Ma as you are chi?
5 Giugno 2014 - di Claudia Montanari
Scusate la latitanza di questi giorni ma tra lavoro e vacanze (soprattutto vacanze) non ho avuto molto tempo per scrivere. E passando alcuni week end fuori, sono arrivata ad una conclusione: chi vive in città dovrebbe passare almeno ogni week end fuori.
I giorni a Perugia e nelle campagne umbre mi hanno disintossicata. Ho visto animali che pensavo esistessero solo nel cartone animato Madagascar. Abituata a Roma, dove le uniche specie animale che si incontrano sono le zanzare e i topi, quando mi parlavano di “volpe” mi venivano in mente i gilet delle sfilate delle collezioni autunno/inverno di Prada. Quando parlavano di lepre, potevo immaginare giusto il coniglio bianco di Alice nel film di Tim Burton. E invece no. No. Questi animali esistono veramente, non sono solo delle controfigure pagate da National Geographic. Poi uno dice perché George Clooney si compra le tenute nelle immense distese italiane.
Insomma, passare i week end fuori fa bene alla pelle, alla mente e al fisico. Tuttavia, prima o poi il ritorno alla realtà è d’obbligo e in meno di 2 ore sono passata dagli scoiattoli delle campagne toscane ai negozi dei centri commerciali romani. Una botta.
E i sensi di colpa per aver passato il week end ad ingozzarmi di carboidrati non è tardato ad arrivare: è bastata una vetrina di Calzedonia a farmi passare da euforica e disintossicata a inviperita e depressa. Perché? Ecco perché.
Perfect as you are, ci dice Calzedonia. E ce lo dice schiaffandolo su un aggeggio che ricorda, e nemmeno troppo vagamente, una di quelle bilance professionali che si incontrano in genere dal medico. Aggeggio che fa da sfondo a due manichini dal fisico Perfect che as you are ma manco per niente. As Gisele Bundchen o Mirana Kerr are, piuttosto. Perfect as you are, però. Capito?