Aborto, nei consultori del Lazio vietata l’obiezione
27 Giugno 2014 - di Mari
ROMA – Aborto, nel Lazio divieto di obiezione nei consultori. E’ la rivoluzione firmata da Nicola Zingaretti, presidente della Regione. Il decreto prevede che il ginecologo, anche se obiettore, non può sottrarsi al dovere di garantire a chi ne ha bisogno i certificati necessari per abortire, dal momento che, ricordiamo, l’aborto in Italia è legale. Lo stesso ginecologo dovrà prescrivere i farmaci per la contraccezione, inclusa la pillola dei cinque giorni dopo.
Resta, naturalmente, la possibilità di obiezione ad eseguire un aborto. Ma per quanto riguarda tutte le fasi precedenti, dalla contraccezione tradizionale a quella di emergenza, nei consultori i medici non potranno più negare quando richiesto dalla paziente.
Come sottolinea Francesca Sironi sull’Espresso, sembra una banalità ma non lo è, in una regione come il Lazio in cui i ginecologi obiettori di coscienza sono nove su dieci.
Il decreto di Zingaretti contribuisce così al rispetto e all’attuazione della legge 194 del 1978, quella legge che garantisce, almeno sulla carta, la possibilità di aborto in sicurezza.
Si legge nel decreto:
“In merito all’esercizio dell’obiezione di coscienza tra i ginecologi si ribadisce come questa riguardi l’attività degli operatori impegnati esclusivamente nel trattamento dell‘interruzione volontaria di gravidanza. Al riguardo, si sottolinea che il personale operante nel consultorio familiare non è coinvolto direttamente nell’effettuazione di tale pratica, bensì solo in attività di attestazione dello stato di gravidanza e certificazione attestante la richiesta inoltrata dalla donna di effettuare Ivg”.
“Per analogo motivo il personale operante è tenuto alla prescrizione di contraccettivi ormonali, sia routinaria che in fase post-coitale, nonché all’applicazione di sistemi contraccettivi meccanici”.