Bacio, dopo matrimonio quasi scompare. C’è paura di infettarsi
28 Marzo 2014 - di Claudia Montanari
ROMA – Baciarsi? Alle coppie sposate, non piace e non interessa. I risultati di uno studio pubblicato dalla British Heart Fundation svela una realtà non proprio romantica in merito al gesto che invece dovrebbe simboleggiare l’amore per antonomasia. In un articolo apparso su il Giornale viene analizzato il “preoccupante” (almeno in termini di romanticismo) il fenomeno:
“Il 18% delle persone coniugate, dice la ricerca, non si bacia per settimane intere (dunque mesi); il 40% limita il bacio al contatto sfiorato delle labbra. E perché mai? Causa ufficiale, tra le altre, la cura dell’igiene: un’emergenza che la passione dei primi tempi ci aveva fatto dimenticare, e che invece le persone sposate recuperano in fretta. La bocca di mio marito? Un ricettacolo di batteri. Quella della moglie? Una radiolina che trasmette solo lagne. Non più vasi di Pandora da esplorare, in silenzio, ma mondi troppo noti, che inoculano virus e germi, e quasi mai, hanno sapori o messaggi nuovi”
Alessandra Graziottin, psichiatra e sessuologa, spiega al Giornale:
“«Il bacio attiva una parte arcaica del cervello, quella ventrale e tegmentale, che media i legami più profondi e significativi (quello tra madre e bambino, per esempio, o la gelosia). Coppie che non fanno più l’amore da tempo, anzitutto non si baciano profondamente». Così importante, l’esame del bacio? «Il bacio gustoso e appassionato – prosegue Graziottin – è la temperatura e la salute erotica della coppia. Ciò che determina il bouquet dei nostri sapori e odori individuali sono i ferormoni: pensi che la compatibilità (gli scienziati parlano di «istocompatibilità») tra i ferormoni è già nella saliva, e ci aiuta a capire se quel partner ci darà figli sani. Il bacio ci piace? La compatibilità riproduttiva è più probabile». Cosa uccide i baci, allora, dopo il matrimonio? «La coppia – dice Alessandra Graziottin – ha tre dimensioni: una romantico-erotica, una ludico-amicale, e una di partnership-solidarietà. Gli sposi genitori potenziano la terza parte e perdono, gradualmente, la prima: quella in cui ci perdevamo nei baci. E non sottovalutiamo lo stress, che attiva i cosiddetti odori d’allarme e trasforma la casa in una camera a gas senza che ce ne accorgiamo»”
Non solo. Il bacio “evolve dal disgusto che abbiamo per il corpo degli altri”:
“Valerie Curtis (London School of Hygiene and Tropical Medicine) sostiene che «baciare evolve dal disgusto naturale che abbiamo per il corpo degli altri: l’essere umano è, tuttavia, social: e ha dovuto trovare una soluzione al problema. Se vogliamo essere amici di qualcuno, dobbiamo provargli che possiamo passare sopra al disgusto». Capiamo di essere incuriositi da qualcuno quando il ribrezzo per i suoi bacilli si squaglia nei suoi baci. «Secondo la psicologia delle relazioni – prosegue Curtis – uno dei primi segni di pericolo di un matrimonio è il disgusto che si ripristina». Ma «baciarsi è uno strumento per mostrare l’impegno – aggiunge la studiosa – . Se le coppie collaudate smettono di darsi dei baci può darsi che sia perché non sentono di doversi dimostrare più niente». Il solito confine, insomma, tra serenità e rassegnazione, tra la rincuorante assenza di segreti e la pericolosa fine dei misteri. E l’avarizia di baci non è dissociata da quella del denaro: entrambe sono legate alla difficoltà di stabilire un contatto intimo ed entrambe, paradossalmente, al disagio del ricevere più che a quello del dare. Chi poco bacia poco spende, ma è ancora più a disagio nell’accettare doni incondizionati. Il bacio nelle favole era la fine, la parola ultima, la resurrezione: un principio oltre il quale non ci era dato di guardare. Chiuso il libro, serrate le labbra”