Come costruire una relazione sana: i consigli dell’esperta
6 Luglio 2023 - di Claudia Montanari
Perché ci si innamora della persona sbagliata? Come costruire una relazione sana? Perché la vita di coppia diventa una gabbia e non si sa come uscirne? Perché si “collezionano” partner che si rivelano, puntualmente, la persona sbagliata? Dagli amori sbagliati si può guarire, ribattono gli psicologi che si occupano di terapia di coppia.
Come? Il grande bisogno di risposte concrete sul tema è probabilmente alla base del successo di ‘D’amore ci si ammala, d’amore si guarisce’ (edito da Rizzoli) appena uscito sia già al quinto posto della classifica dei bestseller su Amazon.
Il manuale porta la firma delle ‘psicoadvisor’, Anna Maria Sepe e Anna De Simone, psicologia e psicoanalista la prima e biologa, psicologa e specializzata in neuroscienze la seconda, già autrici del precedente ‘Riscrivi le pagine della tua vita’, uscito lo scorso anno, oltre 100.000 copie vendute, ed ancora in classifica.
Le specialiste sono le fondatrici di ‘Psicoadvisor’, rivista online di psicologia tra le più seguite in Italia anche attraverso i relativi canali social.
Tutto ha inizio da quando siamo bambini
“Il punto di partenza di come imposteremo le relazioni amorose non dipende dalla scelta dal partner ma da noi stessi e risale a molto tempo prima, a quando si era bambini, – spiegano Sepe e De Simone rendendo semplice e anche liberatorio e benefico un concetto alla base della psicoanalisi che di fronte ad un adulto che non sa amare vede il suo cuore infranto da bambino.
“Il tuo piccolo cuoricino, prima ancora di conoscere l’amore passionale, è stato già infranto un milione di volte. È successo mentre crescevi, mentre ti affannavi a imparare a camminare, a leggere e scrivere, ma a quell’epoca eri troppo piccolo per comprenderlo” spiegano le autrici.
Quell’amore che riceviamo o non riceviamo da piccoli traccia i comportamenti adulti. “E’ da lì che ha avuto origine tutto, incluse le sofferenze di oggi e le modalità relazionali che ancora adesso caratterizzano le tue storie”.
Nelle discussioni, nelle impuntature, nel lasciarsi e riprendersi, nel subire ingiustizie e abbandoni, i bisogni infantili si riaffacciano e le mappe affettive che ereditiamo dai nostri genitori non ci guidano solo nelle relazioni ma anche nella vita – questo il concetto alla base delle relazioni sbagliate, – spiegano le dottoresse.
Come costruire una relazione sana, il punto di partenza siamo noi
Il punto di partenza siamo dunque noi e ci riguarda tutti: come soggetti in causa, come genitori e come società.
Come cambiare il corso dell’amore? Guardando sì al passato ma per superarlo, avendo il coraggio di raggiungere la propria serenità da soli, magari per la prima volta, e riconoscerla. “C’è un posto sicuro dentro di te, dove puoi sentirti amato e protetto. Ogni ferita guarisce con l’amore, il tuo” , spiegano le psicologhe.
Come costruire una relazione sana e soddisfacente nel tempo e non distruggerla alle prime avvisaglie? E’ l’arte di costruire bene, cominciando da se stessi. Come? Abbandonando il ‘pilota automatico’ che spesso detta reazioni e comportamenti di coppia sulla base di schemi appresi nel passato che inducono a reagire in modo rigido, in base a sollecitazioni che in realtà aprono vecchie ferite vissute durante l’infanzia.
Partendo da 3 domande da porsi ogni volta che ci si sente feriti o traditi dal partner, prima di condannarlo senza appello, è utile porsi qualche domanda.
La prima è chiedersi se la propria reazione sia proporzionale alla mancanza subita; inoltre pensare a cosa fa risuonare in noi questo gesto; infine chiedersi se esiste una terza via che potrebbe soddisfare entrambi. Il libro include strade diverse dal solito che aiutano a partire in modo migliore per spegnere micce e brutte abitudini. Questo, naturalmente, vale per smussare gli angoli e non per insistere a sopportare chi non ci merita.
Come costruire una relazione sana, 4 consigli pratici
1. invece di lamentarsi provare ad apprezzarsi e ad apprezzare
Tendiamo a dare più valore a una telefonata mancata che a una ricevuta? Questo significa che un’offesa pesa di più di un complimento.Proviamo ad imparare a riconoscere quando, offendendo, in realtà ci sentiamo feriti: l’aggressione difensiva parte in automatico ed è estremamente corrosiva per tutti. Come superarla? iniziando ad l’apprezzare i piccoli sforzi che fa il partner. Tutti noi, a prescindere dalle nostre ferite, nutriamo il bisogno di sentirci stimati, accettati e amati. Ogni volta che si subisce o si muove una critica distruttiva, questo bisogno è stato disatteso.
2. invece di rinfacciare il passato concentrarsi sul presente
Se ci si sente pronti a ripartire, è bene tenere presente che gli errori del passato devono rimanere tali: non vanno più riproposti nei conflitti quotidiani. Ogni volta che si rinfaccia qualcosa, non si punisce solo il partner ma la coppia. Concentrasi sull’oggi, dunque e, in caso di disaccordi che paiono insanabili, ricorrere al compromesso è l’unica via funzionale, precisano le autrici.
3. riconoscere le microaggressioni
‘Io sto peggio di te, ma non mi lamento’; ‘Ho sposato l’unica donna al mondo che non sa né cucinare né stirare’; ‘l’unica cosa che mio marito sa fare bene è accendere la tv’; Sai dare solo risposte stupide?’ . Questi solo alcuni esempi per descrivere le microaggressioni, celate magari dietro l’ironia o – peggio – il sarcasmo. Si tratta in realtà di comportamenti in cui uno dei due partner cerca di scaricare la propria frustrazione sull’altro. Sono interazioni all’apparenza innocue ma che trasmettono messaggi svilenti e umilianti. Chi le subisce non dovrebbe rispondere per le rime, piuttosto dovrebbe chiedersi ‘cosa mi tiene ancorato a questo rapporto? Si comporta così una persona che afferma di volermi bene?’. Più che amare, chi svilisce sta ripetendo alla cieca il modello emotivo appreso dai genitori.
4. La non reazione
Di litigi ce ne sono di molti tipi, non tutti sanabili certamente ma nella ricerca di soluzioni è bene evitare alcuni comportamenti che si innescano comunemente come fare subito la pace per compiacere al partner ( si risolve il problema e il rischio di altri scontri ricorrenti è alto). Sbagliato anche il cosiddetto ‘braccio di ferro’, non vince il più forte. Errato inoltre proseguire nella discussione che ‘monta’ e degenera. Più consapevolezza di sé e comprensione per l’altro sono invece il passo giusto per ‘non reagire’. Proprio così: non reagendo, non daremo modo alle nostre ferite del passato di guidare automaticamente le reazioni del presente. Dall’altro, non reagire significa non consentire al partner di scaricarci addosso i suoi drammi interiori.