Famiglie allargate: segno di maturità o un problema in più?
14 Gennaio 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – Le famiglie allargate, sempre più diffuse, sono un segno di civile maturità o solo un problema in più da affrontare?
In una società in cui i costumi e il ruolo della famiglia stanno profondamente cambiando, le separazioni e i divorzi sono diventati all’ordine del giorno e non stupiscono più nessuno; salvaguardato il ruolo di genitore, non si può però certamente pensare che si smetta di essere uomini o donne. Cosa succede quindi quando, dopo una separazione, subentra una nuova frequentazione, che diventa una vera e propria relazione?
Un tempo si chiamavano famiglie allargate quei nuclei di cui facevano parte, oltre al padre, la madre e i figli, i nonni, le zie zitelle o parenti di altro tipo; oggi invece l’elemento “esterno” che si aggiunge al nucleo familiare d’origine sono i nuovi partner, spesso con prole al seguito. Se in alcuni casi, grazie al buon senso dei diretti interessati, la civile convivenza e la serenità sono preservate, in moltissimi altri purtroppo si creano degli squilibri che finiscono per diventare motivo di nuove separazioni e di rancori senza fine.
Senza dubbio non è facile dover avere a che fare con la ex moglie del nostro attuale compagno, o proporre ai nostri figli una nuova figura maschile in casa, ma, se sempre più persone vivono questa “familiarità diffusa”, un sistema per riuscirci ci dovrà pur essere.
Secondo molti psicologi, il segreto per la riuscita di una famiglia allargata sta principalmente nel rispetto dei ruoli e nella chiarezza dei sentimenti; sono quindi da bandire, se si aspira a vivere e a far vivere serenamente, tutti quei comportamenti ambigui o quelle piccole intromissioni che nel tempo si trasformano in vera e propria invadenza. In teoria, sembra qualcosa di ovvio e semplice da attuare; i casi della vita tuttavia sono talmente vari ed articolati, che diventa pericolosamente facile dimenticare i buoni propositi e lasciarsi andare invece a lotte tanto sfrenate quanto inutili e al malcontento che finisce quasi sempre per danneggiare specialmente i bambini, quando ci sono.
Proprio per questo proponiamo, con la consapevolezza di poter prendere in esame solo alcune delle centinaia di possibilità, una serie di tipiche situazioni a rischio che possono venirsi a creare nell’ambito di una famiglia allargata, e a cui bisognerebbe prestare sempre grande attenzione.
– Fra la ex moglie e la nuova compagna non corre buon sangue. Questo è senz’altro uno dei problemi più frequenti nelle famiglie allargate; fino a quando si tratta di una generica antipatia o di una certa diffidenza non c’è in fondo molto di cui preoccuparsi. Il discorso cambia quando subentrano gelosie di natura sentimentale, magari legate ad un vissuto che non si è ancora riuscite a metabolizzare. In casi come questi, è inutile chiedere all’uomo di prendere una posizione, poiché molto difficilmente lo farà : molto meglio ridurre al minimo le occasioni di condivisione del tempo, anche a costo di sembrare sfacciatamente fredde. Inoltre, è inutile giocare a fare a tutti i costi i “liberali”: come si può accettare fino in fondo e senza rancori la nuova vita dell’uomo che un tempo è stato nostro marito, o stringere allegramente amicizia con la ex moglie del nostro compagno, per la quale magari lui ha sofferto le pene dell’inferno? Il fatto che alcune donne ci riescano, non vuol dire necessariamente che sia qualcosa di comune, ne tantomeno auspicabile.
– Il nuovo partner si intromette nell’educazione dei vostri figli. Questa è una situazione estremamente delicata perché, se da una parte l’educazione dei figli è solo ed esclusivamente di competenza dei genitori, dall’altra è ovvio che se i bambini vivono con un’altra donna o un altro uomo assorbiranno anche altri insegnamenti ed abitudini.Alla luce di ciò,l’unico modo per non creare conflitti che nel tempo potrebbero diventare insanabili, sembra essere quello di sdrammatizzare, permettendo in un qualche modo una gestione allargata dell’educazione dei figli. Naturalmente questo non vale se avete l’impressione che ci sia un approccio alla vita troppo diverso da parte del nuovo partner o che i vostri figli siano vittime di un’ambiguità educativa che sicuramente finirebbe per danneggiarli.
– Nelle riunioni di famiglia i nuovi partner si sentono esclusi o vengono inclusi “arbitrariamente”. Alla separazione di una coppia non coincide sempre anche un’interruzione di condivisione e spesso capita che due ex coniugi continuino ad essere una “famiglia” quando si tratta di prendere decisioni importanti. Ecco che allora il nuovo partner, se non viene coinvolto, può sentirsi messo da parte; ma anche nei casi in cui viene coinvolto, non è detto che ciò non generi malcontento, soprattutto nell’ex coniuge che forse non intende affrontare argomenti privati con una persona che comunque sente estranea. Cosa fare dunque? Le ricette perfette non esistono e come sempre “In medio stat virtus”; in linea generale tuttavia, sarebbe auspicabile che, fatta eccezione per le decisioni che riguardano i figli, gli ex coniugi imparassero davvero a comportarsi da ex, considerando sempre e comunque il nuovo partner come l’unica persona con cui è necessario confrontarsi.
– La condivisione di vacanze e festività è motivo di discussioni. Sebbene alcune famiglie allargate riescano a condividere vacanze e festività con una certa disinvoltura, molte altre invece vivono come un incubo queste occasioni, che spesso finiscono per diventare un banco di prova: l’ex moglie pretende la presenza dell’ex marito, la nuova compagna vorrebbe una maggior intimità, l’ex marito non accetta che sia un altro uomo a trascorrere il Natale con la propria prole … I conflitti che si possono generare sono infiniti e, a meno che non ci siano dei figli, per la serenità dei quali è conveniente mettere da parte per un attimo le proprie esigenze personali, la cosa migliore da fare sarebbe quella di trascorrere i periodi di festa ognuno per i fatti propri, evitando di mischiare presente e passato. D’altra parte però, anche quando ci sono dei bambini, è possibile venire a patti e far in modo che, ad un momento di condivisione, seguano momenti di vita indipendenti, necessari anche affinché i figli non si confondano, non riuscendo a capire fino in fondo che tipo di rapporto c’è fra i loro genitori.
Ciò che emerge chiaramente da alcune delle problematiche prese in esame, è un tentativo, che potremmo definire tutto contemporaneo, di tener insieme ad ogni costo presente e passato; quest’aspirazione, seppur nobile, porta però quasi sempre ad una difficoltà pratica di gestione della vita e dei rapporti, in cui finiscono per esserci troppi “protagonisti” a reclamare la scena. Alla luce di ciò, senza ovviamente dimenticare il proprio ruolo genitoriale, forse sarebbe più opportuno tentare di accettare veramente i rischi e le conseguenze che una separazione comporta, piuttosto che rifiutare l’idea di una rottura definitiva; non che in questo modo la serenità sia garantita, ma l’autenticità dei rapporti senz’altro. E di questi tempi, non è poco.