Helen Fischer, antropologa americana: “L’amore, come la droga, crea dipendenza”
13 Novembre 2014 - di Silvia_Di_Pasquale
NEW YORK – “L’amore, come la droga, crea dipendenza“: uno stato emotivo di piacere simile a quello causate dalla cocaina, dall’eroina o dal gioco d’azzardo. A sostenerlo è Helen Fischer, una delle maggiori antropologhe americane. Dopo anni di ricerche, l’esperta è arrivata a questa conclusione. Soffriamo quando veniamo lasciate o interrompiamo volontariamente una nostra relazione sentimentale. Qual è dunque l’unico modo per superare questa sofferenza-dipendenza? Semplice: “girare al largo dalla persona amata“, un atteggiamento apparentemente scontato, che tuttavia non tutti riescono ad avere quando si tratta di dire addio al proprio amato/a.
Per liberarsi dalla dipendenza amorosa bisogna smetterla di sollecitare la “regione del cervello che ha a che fare con il legame” fino a che la sensazione di “mancanza” non si placa, restituendoci un’esistenza felice, anche in solitudine. Come scrive Michela Marzano su VanityFair.it
“Senza eccezioni… Helen Ficher, per molti anni, ha analizzato il cervello delle persone innamorate utilizzando un tomografo computerizzato. Sfruttando i raggi X, l’antropologa ha studiato le immagini tridimensionali del cervello che venivano fuori quando i pazienti osservavano la foto della persona amata, confrontandole con quelle che venivano invece prodotte dopo aver contemplato l’immagine di uno sconosciuto”.
Il risultato? L’amore si conferma uno dei «sistemi cerebrali più forti»; uno stato emotivo che provocherebbe reazioni simili a quelle causate dalla cocaina, dall’eroina o dal gioco d’azzardo”.