Infertilità maschile in aumento. Inquinamento tra le cause
10 Ottobre 2016 - di Mari
ROMA – Difficoltà ad avere figli? Se il 40 per cento delle “responsabilità” ricadono, per così dire, sulla donna, altrettante sono quelle dell’uomo, anche se di infertilità maschile si parla molto meno. L’inquinamento ambientale è una delle cause. E proprio “Il trattamento dell’infertilità maschile. Cosa c’è di nuovo in urologia e andrologia” sarà il tema del convegno ospitato dall’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini organizzata dalla Sia, società italiana di andrologia.
Il convegno offre ai propri partecipanti due momenti di aggiornamento: il primo riguarda l’infertilità maschile e le possibilità di un suo trattamento mentre il secondo momento riguarda le ultime novità nel campo dell’andrologia e dell’urologia.
L’11 ottobre proprio all’ospedale San Camillo aprirà un ambulatorio dedicato all’infertilità maschile, dove ci saranno degli andrologi che potranno dare all’utenza una risposta multidisciplinare.
“Oggi qui al San Camillo parleremo di infertilità maschile, di prevenzione, ma anche della terapia che può essere fatta. Il problema dell’infertilità maschile sta diventando sempre più importante perché sono avvenuti dei cambiamenti ambientali e sociali che riducono la fertilità maschile; in particolare l’inquinamento ambientale e il secondo aspetto sociale è che il primo concepimento avviene ad un’età sempre più tarda”: queste le parole del dottor Giuseppe La Pera a margine del convegno ‘Il trattamento dell’infertilità maschile. Cosa c’è di nuovo in urologia e andrologia’ organizzato dalla Sia, società italiana di andrologia, ospitato presso l’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini.
“È importante poter intercettare le patologie sopratutto nella fascia adolescenziale che possono pregiudicare la fertilità maschile. Noi abbiamo fatto uno studio nel comune di Ladispoli e nel municipio di Ostia visitando i ragazzi sia nelle scuole sia attraverso i medici di famiglia e sulla popolazione di queste due aree della regione Lazio abbiamo potuto constatare che un ragazzo su due ha una patologia più o meno grave dell’apparato genitale. Molte di queste patologie possono pregiudicare la fertilità e la sessualità futura. Non solo, ma questi danni innescano poi dei comportamenti pericolosi perché i ragazzi lasciati da soli cercano attraverso internet la soluzione a questo problema. I genitori perdono il controllo sulla salute dei ragazzi perché non li spogliano più dopo i 15 anni”.
Il problema però non riguarda solo i più giovani, ma anche la popolazione adulta. “Abbiamo un tasso di natalità tra i più bassi al mondo – conclude il dottor La Pera – l’infertilità di coppia riguarda il 15% delle coppie, il 50% di queste infertilità è dovuto al fattore maschile”.
“EcoFoodFertility è un progetto di ricerca multicentrico e interdisciplinare di biomonitoraggio umano volto a comprendere gli effetti combinati dell’inquinamento, degli stili di vita sulla salute riproduttiva maschile quale principale indicatore di salute”, sottolinea è Luigi Montano, urologo dell’Asl di Salerno.
“Il progetto nato dalla ‘Terra dei Fuochi’, area fra la Provincia di Napoli e Caserta, divenuta un simbolo in Italia della crisi ambientale e sanitaria, per l’innovativo approccio scientifico proposto, ha sviluppato autorevoli collaborazioni scientifiche in Italia e in Europa e si presenta come un nuovo modello per la valutazione dell’impatto ambientale sulla salute umana e per la prevenzione primaria nelle aree a rischio.
Il seme umano, infatti, come precoce e sensibile marker di esposizione ambientale e sentinella della salute assume un ruolo chiave sia per una più corretta conoscenza del rapporto ambiente-salute sia per lo sviluppo di innovativi programmi di prevenzione primaria, utile ai policy makers. A breve il progetto che è già esecutivo in Campania con i primi risultati pubblicati di recente su Reproductive Toxicology su due aree a diverso impatto ambientale, si svilupperà in altre nove regioni con lo stesso schema: Gela, Taranto, Brescia, Piombino, Monselice, Sassuolo, Valle del Sacco, Bussi sul Tirino. Nella regione Lazio- conclude Montano- le aree di reclutamento soggetti sani 18-40, non fumatori, non bevitori abituali, non esposti professionalmente saranno la Valle del Sacco nel Frosinate, ad alto impatto ambientale, e quella di Ladispoli, a basso impatto ambientale”.