Smartphone ‘irresistibile’, uomini più dipendenti di donne
23 Giugno 2016 - di Silvia_Di_Pasquale
Smartphone “irresistibile” nei momenti di attesa, per gli uomini più che per le donne. È il risultato di un testo condotto dalle Università di Wurzburg e Nottingham-Trent per conto di Kaspersky Lab che ha indagato quanto tempo si riesce a stare senza telefonino in una situazione d’attesa forzata: è emerso che gli uomini cedono dopo 21 secondi, le donne dopo 57 secondi. In media il cellulare si tira fuori dopo 44 secondi. I ricercatori hanno lasciato in una sala d’aspetto i partecipanti all’esperimento e hanno cronometrato il tempo trascorso prima che si cedesse alla tentazione di prendere in mano il cellulare.
Misurato anche per quanto tempo i partecipanti hanno usato il proprio smartphone: nel tempo di attesa (10 minuti) in media è stato utilizzato la metà del tempo (5 minuti). Ma di questa dipendenza gli utenti non sono nemmeno consapevoli: ai soggetti è stato successivamente chiesto quanto tempo fosse passato, secondo loro, prima che controllassero lo smartphone. La maggior parte ha dichiarato che erano trascorsi tra i due e i tre minuti, dato che evidenzia il distaccamento tra comportamento reale e sua percezione. Altre ricerche condotte dalle università suggeriscono che il controllo compulsivo del telefono sia il risultato della cosiddetta “fear of missing out” (Fomo), ovvero la paura di perdere qualcosa di importante ogni volta che si è offline. In un’indagine complementare i partecipanti che usano il telefono più intenso hanno ammesso anche un maggiore livello di Fomo.
Sei dipendente da smartphone? Ora c’è l’App che te lo svela. I numeri parlano chiaro: in media, si sbircia il proprio smartphone 80 volte al giorno, una ogni 12 minuti. I dati sono emersi a seguito di uno studio dell’Università di Bonn che ha monitorato la “dipendenza” da smartphone avvalendosi di una App, gratuita, per ora disponibile solo per Android. COME FUNZIONA LA APP – Oltre a tenere sotto controllo i dati sull’utilizzo dello smartphone, li invia a un server centrale che li analizza a caccia di segni di comportamenti compulsivi. Per l’esperimento, sono stati reclutati 50 studenti universitari per sei settimane.