Amore Criminale con Barbara De Rossi: storia di Mariella uccisa dal marito
21 Aprile 2015 - di Silvia_Di_Pasquale
TRAPANI – La nuova edizione di Amore Criminale, programma condotto da Barbara De Rossi, è partita con la tragica storia di Mariella Anastasi, assassinata il 4 luglio del 2012 dal marito Salvatore Savalli con la complicità dell’amante di lui, Giovanna Purpura. L’uomo ha ucciso la moglie colpendola prima con piccone e poi dandole fuoco; la donna era al nono mese di gravidanza.
Il 5 luglio del 2012 a Trapani, viene ritrovato il cadavere bruciato della donna, che era al nono mese di gravidanza. L’omicida è il marito Salvatore, padre dei suoi tre figli e del quarto bambino in arrivo. Savalli per vent’anni ha sottoposto la moglie a violenze di ogni tipo. Dopo 16 anni di matrimonio, Mariella scopre di essere incinta per la quarta volta. In un primo momento è pronta ad abortire, poi ci ripensa. Nonostante la sua tragica situazione matrimoniale, non vuole lasciare il marito. Come dichiara la sorella Manuela:
“Mia sorella, purtroppo, ha amato fino all’ultimo questa persona”.
Ma ecco che due settimane prima del parto, l’uomo decide di uccidere la moglie, che rappresenta un ostacolo per le sue relazioni extraconiugali. Carica in macchina un secchio, del cemento, un piccone e una tanica di benzina. Chiede a Mariella e alla sua amante (che intanto si è trasferita a casa dell’uomo) di accompagnarlo in auto durante una commissione. Dopo aver fatto acquisti, i tre fanno una passeggiata al mare, poi si spostano in un’area isolata. Ciò che è successo dopo resta un mistero, solo in parte svelato dai racconti contraddittori forniti da Salvatore e Giovanna.
Questa la ricostruzione fatta dagli inquirenti: le due donne cominciano a litigare e Salvatore colpisce la moglie con un piccone. Poi cosparge il corpo di benzina: la donna è ancora viva nel momento in cui il marito le dà fuoco, così come la bimba che porta in grembo. Una volta di ritorno a casa, Salvatore spiega ai figli che la madre è scomparsa. Non solo: li coinvolge anche in una finta ricerca notturna. I carabinieri, chiamati dalla figlia Simona, non tardano a capire la verità. Il mattino seguente, il corpo viene ritrovato carbonizzato.
Salvatore e Giovanna vengono arrestati per il delitto e si accusano a vicenda. Dopo due anni di processo, vengono entrambi condannati all’ergastolo per omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà.