Andrea Albanese: “Quando Luca è morto in auto, pensai al suicidio”
8 Agosto 2013 - di luiss_afrancavilla
PIACENZA – Andrea Albanese ha pensato al suicidio dopo la morte del suo piccolo Luca, 2 anni. Luca che lui si era dimenticato in macchina mentre era al lavoro. E che in quella macchina è morto. Adesso sono passati 2 mesi da quel 4 giugno e Andrea parla con Vanity Fair.
Ecco alcuni estratti. Andrea parla della sua reazione “a freddo”
“Mi sento malissimo, e mi sento astrattamente in colpa, ma no, non so cosa mi sia successo. La sola spiegazione che mi riesco a dare è che ci sia stato qualcosa di biologico che non ha funzionato nel mio corpo, nella mia mente: perché io ero assolutamente convinto di avere portato Luca al nido”.
Questa invece la reazione “a caldo”
“Non mi vergogno a dire che ho pensato di ammazzarmi“
Andrea ricostruisce quella dolorosa mattina:
“Certo, e ci penso ancora, ma giuro che era una mattina come tutte le altre: non ero sotto stress, niente di diverso dal solito. Ho caricato Luca in macchina, e poi…“. E poi lo ha lasciato lì. “Sì, ero convinto di averlo portato al nido, come sempre. Quando mi hanno avvertito che non c’era ero convinto che si sbagliassero. Luca era un bambino tranquillo, silenzioso”.
Andrea ha creato una pagina Facebook, “Mai più morti come Luca”, attraverso la quale vuole urlare il dolore suo e di quei genitori che hanno perso i figli in situazioni “analoghe”. Perché certi episodi non si ripetano mai più. Una forma “pubblica” di espressione del dolore, ben diversa da quella di sua moglie:
“All’inizio mi accusava di essere responsabile della morte di nostro figlio, credo sia normale. Poi ci siamo uniti per affrontare la tragedia: lei nel suo modo, riservato, intimo, io nel mio, con la mia battaglia pubblica”.